Resta ancora caldo il tema legato al sistema pensionistico italiano, il quale negli ultimi anni ha subito importanti modificazioni, tutte piuttosto discusse. Al momento, infatti, l'età pensionabile è salita ulteriormente, allontanando ancora di più l'aspettativa di milioni di persone di potersi godere la vecchiaia in maniera serena e soprattutto con un trattamento previdenziale adeguato. Secondo un recente studio, però, sembrerebbe che l'Italia presenti due fazioni ben distinte: da un lato c'è chi non riesce ad accumulare gli anni di contributi previsti ex lege, dall'altro invece c'è chi è riuscito ad accedere al pensionamento Inps con pochi anni di lavoro.

I superpensionati INPS

In un'Italia in cui è in serio rischio il pensionamento dell'attuale forza lavoro, per via soprattutto dell'elevata percentuale di giovani disoccupati, una recente indagine curata dall'INPS ha messo in luce un dato decisamente contro tendenza. Stando a quanto riportato dall'osservatorio sulle Pensioni, ammonterebbe a 471.545 il numero di persone che dal 1980 è riuscito a maturare il diritto a ricevere l'assegno erogato dall'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale. Fin qui sembrerebbe tutto nella norma, se non fosse che a quel tempo l'età pensionabile e gli anni di contributi fissati dalla legge erano nettamente differenti da quelli che invece sono in vigore al momento.

Nello specifico, 38 anni fa si poteva avere accesso al sistema pensionistico a 49,9 anni di vecchiaia e 46,4 anni di anzianità. Di riflesso, erano piuttosto bassi anche i requisiti del superstite dell'assicurato (persona a carico del contribuente ancora lavoratore) e del pensionato, fissati rispettivamente a 41,5 e 45,7 anni.

Leggermente più elevata era invece la situazione descritta dalla legge per i lavoratori del settore privato, in quanto l'età di accesso era di 54,7 anni.

700mila pensionati da più di 37 anni

Ai 471.545 soggetti in pensione dal 1980, l'INPS ha aggiunto ulteriori 300mila persone che hanno invece maturato il diritto prima di tale anno.

Si parla così di circa 700mila contribuenti che ricevono l'assegno erogato dall'Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale da più di 37 anni. Nel calcolare il numero di pensionati, l'osservatorio ha escluso gli aventi diritto ai trattamenti di invalidità e alle pensioni sociali. Si tratta dunque di una disparità del tutto notevole, considerando che attualmente bisogna maturare 66 anni e 7 mesi di vecchiaia; per di più, tale dato è stato esteso in egual misura anche alle donne. Nel 2019, si pensa che tale requisito possa ulteriormente salire, raggiungendo così i 67 anni. Un ulteriore punto di riflessione è dato dagli importi medi dei trattamenti previdenziali stessi: per quanto riguarda il settore privato, si parlava all'incirca di 807 euro mensili, contro i 1660 euro degli assegni riservati agli ex dipendenti del pubblico impiego.

Più consistenti erano anche le cifre riservate ai superstiti dell'assicurato, il cui l'importo medio prima del 1980 era pari a 1125 euro, e ai superstiti del pensionato, al quale spettavano mensilmente circa 1190 euro.