Le ultime novità sulle Pensioni ad oggi 10 giugno 2018 vedono arrivare importanti aggiornamenti sui coefficienti di trasformazione in rendita, ovvero sui moltiplicatori utilizzati per calcolare il valore dei futuri assegni. Sulla base delle nuove indicazioni, a partire dal 2019 chi andrà in pensione vedrà una flessione dell'importo di circa l'1%. Nel frattempo da Confindustria si chiede di non concentrare tutto l'attuale dibattito politico sul tema previdenziale, mentre continuano a far discutere anche le ultime indicazioni in arrivo dal Governo in merito alla Quota 100 ed alla flessibilità previdenziale.

Vediamo insieme tutti i dettagli al riguardo nel nostro nuovo articolo di approfondimento.

Dal 2019 assegni più leggeri di oltre l'1%

Con la pubblicazione del decreto che stabilisce i coefficienti di trasformazione per il 2019, arriva anche la conferma sul fatto che dal prossimo anno ci saranno assegni più bassi per chi entra in quiescenza. Per fare un esempio pratico, con 100mila euro di montante contributivo e 65 anni di età, si avrà diritto ad una pensione inferiore di quasi mille euro rispetto a 10 anni prima, e per l'esattezza di poco superiore alle 5mila euro annue (contro le 6mila euro del 2009). Per quanto concerne i coefficienti di trasformazione, a 60 anni sarà applicato il 4,532%, contro il 5,604% dei 67 anni.

Ricordiamo che tale metodo di conteggio risulta valido solo per la parte contributiva dell'assegno (o per chi risulta inserito nel sistema contributivo puro).

Boccia (Confindustria): non si può parlare solo di pensioni

"Ora il Paese va governato". È l'appello lanciato da Vincenzo Boccia (Presidente di Confindustria), in merito alla lunga campagna elettorale ed alla necessità di tornare ad un regime di ordinaria amministrazione.

Il riferimento arriva, in particolare, con le ultime amministrative e va ai prossimi impegni, stante che a maggio del 2019 ci saranno le elezioni europee. In merito alle prossime sfide che dovrà affrontare l'esecutivo, "la riduzione del debito pubblico è il primo atto di responsabilità. In questo Paese non si può parlare solo di pensioni, ma serve un patto ed equità generazionale", ha quindi concluso Boccia.

Cazzola ed il boomerang di quota 100

In merito alla nuova quota 100 (con vincolo anagrafico di 64 anni) ed alla estensione della quota 41, Giuliano Cazzola ha espresso la propria perplessità all'interno di un editoriale pubblicato per Firstonline, evidenziando i limiti del ricalcolo contributivo e dei vincoli sui contributi figurativi. "Sfugge la logica di un’impostazione siffatta (peraltro meno conveniente dell’utilizzo dell’Ape sociale, che invece sarebbe abolito), rivolta ad anticipare di poco la possibilità di andare in quiescenza a spese della adeguatezza dei trattamenti, in linea generale ridotti". Secondo l'economista, con questo sistema le persone "per andare prima in pensione rischiano di anticipare di poco la quiescenza, ma di ridurre in linea generale i trattamenti".

Pensioni d'oro: ecco chi rischia di più con il taglio in arrivo

"Appena arrivato al ministero ho messo il mio staff al lavoro per intervenire sulle pensioni d'oro secondo un criterio: Chi prende più di 5.000 euro netti prenderà una pensione corrispondente ai contributi versati". È quanto evidenziato negli scorsi giorni dal Ministro del Lavoro Luigi Di Maio in merito al tema delle pensioni d'oro. Secondo il pentastellato, le risorse così reperite potrebbero essere destinate alla copertura della Quota 100 e delle altre misure di prepensionamento, connotando il prelievo con un fine solidaristico.

Come da nostra prassi, restiamo a disposizione dei lettori qualora desiderino aggiungere un commento nel sito o nella pagina Facebook "Riforma Pensioni e Lavoro" in merito alle ultime novità su welfare e previdenza riportate nell'articolo.