Tra le misure di pensionamento flessibile che consentiranno l'uscita dal lavoro nel 2019 c'è anche la proroga dell'APE sociale, un'opzione di tutela prevista dal legislatore per alcuni specifici profili e che consente la quiescenza senza l'applicazione di penalizzazioni. Il via libera alla prosecuzione della sperimentazione arriva con il decreto legge sul "pacchetto Pensioni" recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri e va così ad affiancare l'anticipo pensionistico all'APE volontaria e aziendale già in vigore fino alla fine dell'anno, oltre che la rendita integrativa temporanea anticipata dei fondi pensione.

Pensioni anticipate e APE sociale: come funziona la proroga per il 2019

All'interno del testo del DL si prevede l'estensione dell'APE sociale (terminata alla fine dello scorso anno) per tutto il 2019, facendo ricorso agli stanziamenti già accantonati per la misura e rimasti finora inutilizzati. Resta identica la platea dei lavoratori potenzialmente coinvolti dalla misura, a partire dal raggiungimento dei 63 anni di età entro il 31 dicembre 2019. Per quanto riguarda l'anzianità di contribuzione, si declina in base alla specifica situazione di disagio. Infatti, basterà aver maturato 30 anni di versamenti in caso di disoccupazione con esaurimento della Naspi da almeno 3 mesi oppure per gli invalidi con riconoscimento uguale o superiore al 74% e per i caregivers.

Chi ha svolto i lavori gravosi riconosciuti dalla legge dovrà invece aver maturato almeno 36 anni di versamenti, di cui sei anni negli ultimi sette o sette anni negli ultimi dieci di attività tra quelle previste dal legislatore. Per le donne esiste la possibilità di avere uno sconto sul requisito contributivo di massimo due anni (un anno per ogni figlio).

Quali sono i vantaggi dell'anticipo sociale

Per quanto riguarda la tutela prevista dalla legge, con l'APE sociale si ottiene un indennizzo erogato per 12 mensilità utile al raggiungimento dei requisiti ordinari di quiescenza, per un massimo di 1500 euro al mese. L'assegno si interrompe una volta raggiunti i 67 anni di età, subentrando quello erogato dall'Inps come pensione di vecchiaia (al netto di eventuali futuri adeguamenti per l'aspettativa di vita).

Chi possiede i requisiti ed è interessato a fare domanda dovrà tenere conto del calendario previsto per l'inoltro della pratica. La prima finestra utile scade infatti il prossimo 31/03, mentre la seconda al 30/11 dell'anno corrente. Il lavoratore può scegliere di rivolgersi direttamente all'Inps oppure di inviare la domanda tramite l'assistenza del proprio patronato di fiducia.