Arrivano i primi bilanci e le prime proposte di riforma delle Pensioni anticipate a quota 100 nell'ambito della discussione generatasi sul futuro della misura introdotta da Matteo Salvini e dal M5S in vista della formazione del nuovo Governo e della legge di Bilancio 2020. Secondo le stime, in tutto il 2019 le uscite di pensione con quota 100 saranno inferiori del 30 per cento rispetto alle aspettative iniziali, ma i dubbi maggiori sono dei lavoratori che si chiedono cosa avverrà alla quota 100 e alle altre misure di pensione. Maggiori indicazioni si avranno nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, attesa per la metà di ottobre e primo banco di prova della legge di Bilancio di fine anno.
Alberto Brambilla, presidente di Itinerari Previdenziali, prova a spiegare dove la misura abbia fallito nel suo intento di superare la riforma Fornero: finita la sperimentazione nel 2021 e senza un partito al Governo capace di appoggiare la costosa quota 41 per tutti, misura invocata soprattutto dai lavoratori precoci, i requisiti di uscita per le pensioni anticipate e per quelle di vecchiaia continueranno a rimanere quelli della riforma Fornero. A meno che non intervenga una vera riforma capace di sostituire il meccanismo della quota con uscite flessibili già a partire dai 64 anni di età.
Riforma pensioni, ultime notizie su quota 100, quota 41 e misure pensione anticipata
Rispetto alla riforma Fornero, la pensione anticipata con quota 100 rappresenta una misura temporanea, con obiettivi e risultati limitati, penalizzante per le lavoratrici che non riescono ad arrivare alla meta dei 38 anni di contributi minimi e che, per questo, abbiano dovuto scegliere l'opzione donna con un taglio dell'assegno pensionistico di circa il 30 per cento.
Le maggiori critiche che Brambilla fa alla quota 100 è la poca flessibilità della misura ad adattarsi alle situazioni economiche e sociali dei lavoratori: quota 100 non tiene conto dei problemi di salute, dell'assistenza familiare ai disabili, delle situazioni di disoccupazione, di mobilità e nemmeno delle condizioni di gravosità di alcuni settori lavorativi (le 15 categorie previste dall'Ape social), ma garantisce l'uscita a 62 anni con 38 di contributi a chiunque ne raggiunga i requisiti.
Pensioni anticipate: proposta uscita a 64 anni e 37-38 contributi al posto di quota 100 e opzione donna
Sia che si torni a votare di nuovo, sia che si formi un nuovo governo di legislatura o di transizione, riformare le pensioni a quota 100 deve essere l'obiettivo principale, assicurando maggiore flessibilità in uscita. Fermo restando la pensione di vecchiaia della Fornero a 67 anni e con venti di contribuzione, la soluzione di Brambilla è quella si sostituire quota 100, Ape social, precoci con quota 41 e opzione donna con un pensionamento flessibile a 64 anni di età (da indicizzare alla speranza di vita, come richiede la riforma Fornero) e con 37 o 38 anni di contributi dei quali non più di due potranno essere figurativi (ad esclusione della maternità, del servizio militare e dei riscatti volontari).
Chi ha iniziato a lavorare prestissimo dovrebbe continuare a poter scegliere la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi di contributi (le donne con un anno in meno), svincolando il requisito contributivo dagli aumenti dell'aspettativa di vita e dai divieti di cumulo. Infine, nell'ottica di superamento delle pensioni anticipate a quota 100 e della riforma a 64 anni, Brambilla propone di reinserire il modello Dini per l'accumulo dei contributi. Le donne madri dovrebbero beneficiare di otto mesi di contributi per ogni figlio avuto fino ad un massimo di due anni, mentre i precoci dovrebbero ricevere una maggiorazione contributiva pari a 1,25 anni per ogni anno lavorato prima dei diciannove.