Arrivano nuovi aggiornamenti in merito al numero dei lavoratori della Scuola che si preparano a terminare il proprio servizio lavorativo nel prossimo mese di settembre. L'evidenza si ricava dalle informative del Ministero dell'Istruzione, che ha diramato le statistiche aggiornate sia rispetto alle richieste di quiescenza legate alla legge Fornero, sia per quanto concerne le pratiche riguardanti le nuove Pensioni anticipate tramite la quota 100. Nel primo caso le domande sono state inviate dai lavoratori entro lo scorso 12 dicembre del 2018, mentre per la nuova opzione dai 62 anni di età (e con almeno 38 anni di versamenti) la scadenza era fissata allo scorso 28 febbraio (in virtù della finestra semestrale dei lavoratori pubblici e della coincidenza con il calendario scolastico dettata dal Miur).

Pensioni, nella scuola 42mila uscite dal lavoro

Stante la situazione appena evidenziata, il dato generale parla di 41.999 domande di pensionamento formalmente accettate dall'Inps, su di una base di circa 47.500 pratiche inoltrate dai lavoratori della scuola. Entrando invece nel dettaglio delle richieste, poco meno di 25mila sono riferibili a lavoratori che hanno maturato i requisiti di accesso all'assegno anticipato o di vecchiaia sulla base dei requisiti ordinari (cioè con i criteri della cosiddetta legge Fornero). La parte restante riguarda invece le domande di accesso alla pensione anticipata secondo la nuova quota 100, prevista con la legge di bilancio 2019. L'Inps sta inoltre proseguendo con la verifica delle altre pratiche inoltrate presso l'istituto.

In particolare, le domande accertate allo scorso 12 agosto saranno liquidate a partire dal prossimo settembre, mentre quelle accertate successivamente dal mese di ottobre.

I requisiti della quota 100 e la peculiare situazione del settore scolastico

I dati del settore pubblico per l'accesso alla quota 100 erano molto attesi perché fondamentali per avere un quadro d'insieme dell'effettiva efficacia della nuova misura di flessibilità, partita proprio all'inizio dell'anno.

La questione risultava in sospeso per la peculiare situazione del comparto, visto che i lavoratori pubblici risultano soggetti ad una finestra semestrale di attesa per l'erogazione dell'assegno. A questo elemento si aggiunge poi la necessaria coincidenza con il termine dell'anno di studio per l'accesso alla pensione dei lavoratori del settore scolastico (l'apertura della finestra si è infatti già concretizzata lo scorso primo agosto per gli altri lavoratori della pubblica amministrazione).

Da tenere presente che per molti lavoratori i primi assegni saranno erogati in base ad un regime di provvisorietà, visto che la ricostruzione dell'effettiva storia contributiva dei lavoratori potrebbe richiedere ulteriore tempo da parte dell'Inps.