Il Reddito di cittadinanza rischia di rivelarsi un flop. Secondo i primi numeri forniti dalla Regioni dopo l’avvio della “fase 2” della misura, quella che ha visto entrare in campo i Navigator, sono solo il 10% (70.000 su 700.000 “occupabili”) i percettori dell’assegno mensile che hanno firmato il Patto per il Lavoro che dovrebbe accompagnarli nella ricerca di un impiego.

I dati, riportati dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, sono in realtà da considerarsi parziali, visto il ritardo con cui sono partite le convocazioni da parte dei Centri per l’Impiego, ma se la tendenza dovesse confermarsi nei prossimi mesi, è alto il rischio di dover dare ragione a chi, fin dall’inizio, ha visto il Reddito di cittadinanza come uno dei tanti sussidi privo di un valido meccanismo in grado di collocare chi è senza lavoro.

La fase 2 del Reddito di cittadinanza: il Patto per il Lavoro

L’istituzione del Reddito di cittadinanza prevedeva una cosiddetta “fase 2” delle politiche attive del lavoro da parte dei Centri per l’impiego con la sottoscrizione di un Patto per il Lavoro che impegna i beneficiari a seguire, sotto la guida dei Navigator, un percorso mirato all’inserimento nel mondo del lavoro.

Un impegno che, secondo quanto previsto dalla legge istitutiva della misura, dovrebbe comprendere la partecipazione, per un minimo di otto ed un massimo di sedici ore settimanali, a progetti, attivati presso il comune di residenza, “utili alla collettività, in ambito culturale, sociale, artistico, ambientale, formativo e di tutela dei beni comuni”.

Una importante funzione viene quindi affidata ai Comuni che, anche in collaborazione con enti del Terzo Settore o altri enti pubblici, dovrebbero avviare la progettazione relativa alla definizione delle attività da svolgere.

Patto per il Lavoro: le convocazioni dei Centri per l’impiego

Nei giorni scorsi, l’Inps aveva fatto sapere che su circa 1,5 milioni di richieste, erano stati poco meno di un milione i benefici concessi, corrispondenti a 2,1 milioni di persone coinvolte.

Di queste, secondo le stime, circa 700 mila sarebbero considerate “occupabili” e quindi interessate alla “fase 2”.

Partite lo scorso 2 settembre le convocazioni presso i Centri per l'impiego, con tre mesi di ritardo secondo quanto previsto, i dati ora forniti dalle Regioni riferiscono che circa 200 mila percettori del Reddito di cittadinanza hanno ricevuto la chiamata.

Di questi, solo 70 mila si sono presentati per il colloquio sottoscrivendo il Patto per il Lavoro. La regione con il più alto numero di sottoscrizioni risulta essere la Sicilia, con 18 mila patti firmati, seguita dalla Campania, a quota 15 mila, quindi il Piemonte, con 9.700, e a seguire nelle prime posizioni, la Toscana con 7 mila, la Lombardia, poco sotto quota 6 mila e il Lazio, con oltre 5 mila sottoscrizioni.