Misure di emergenza e riforma di istituti semi-strutturali come il reddito di cittadinanza e le forme di pensione anticipata: il nuovo governo di Mario Draghi si muove tra il garantire le prime necessità di ripartenza nella ancora incognita fase di convivenza con il coronavirus di autonomi, partite Iva, imprese, lavoratori precari e atipici e i grandi appuntamenti con le riforme richieste dall'Europa, prime tra tutte quelle delle pensioni, del fisco e degli ammortizzatori sociali. E il neo-ministro del Lavoro Andrea Orlando, raccogliendo la pesante eredità delle questioni assistenziali, previdenziali e di sviluppo di Nunzia Catalfo, si è da subito messo al lavoro per concentrarsi sulle indicazioni dei sindacati e dei settori economici più in difficoltà che chiedono ristori e riforme.

Ristori 5 in arrivo a febbraio: bonus anche a precari e atipici esclusi precedentemente e di tutti i settori

Nell'incontro che si è tenuto in teleconferenza con i segretari di Cgil, Cisl, Uil e le parti sociali nella giornata di ieri, 14 febbraio, il ministro Andrea Orlando ha voluto mandare un segnale di attenzione "sulle questioni più stringenti", come l'impressionante crescita dei disoccupati, soprattutto giovani e donne, e definire l'agenda del ministero. Tra le misure urgenti, ministro e sindacati sono sembrati concordi nell'investire i 32 miliardi di euro del prossimo decreto "Ristori", il quinto, alle proroghe della cassa integrazione Covid e al nuovo blocco dei licenziamenti, l'ultimo dei quali in scadenza il 31 marzo 2021, come fortemente richiesto da Maurizio Landini, leader della Cgil.

Categorie lavorative e settori maggiormente penalizzati dai periodi di chiusura delle attività sono le attenzioni richieste dal segretario della Cisl Annamaria Furlan: "Occorre coprire con il prossimo decreto ristori i lavoratori atipici e precari che sono rimasti fuori dai precedenti provvedimenti, aprire i tavoli per la rivisitazione degli ammortizzatori sociali per assicurare le giuste tutele".

Il ministro Orlando ha annotato le richieste arrivate dai sindacati assicurando che entro febbraio, mese entro il quale si attende il nuovo decreto Ristori, verrà proposta un'agenda sulle questioni più urgenti da affrontare, dagli ammortizzatori sociali alla crisi occupazionale delle categorie lavorative più fragili e precarie, in gran parte rappresentate da giovani e donne.

L'indirizzo è quello di tutelare i lavoratori che già hanno ricevuto gli aiuti dei precedenti decreti ristori, includendo soprattutto i settori che hanno risentito maggiormente delle chiusure come i servizi, il turismo, la cultura e lo spettacolo, ma anche chi ne è rimasto fuori e chi è in scadenza di disoccupazione Naspi e Dis-coll che potrebbe vedersi prorogata l'indennità.

Riforma reddito di cittadinanza: formazione e sinergie per la ricerca di un nuovo lavoro

In tema lavoro non è mancata una previsione dei sindacati rispetto alla capacità occupazionale dello strumento del reddito di cittadinanza. La riforma dell'istituto è nelle intenzioni del presidente del Consiglio e trova d'accordo i sindacati che rimarcano come siano del tutto assenti le politiche attive sul lavoro.

La revisione del RdC partirà proprio dalla capacità di reintrodurre nel mondo del lavoro i percettori del reddito con "un potenziamento del ruolo pubblico", come richiesto da Maurizio Landini anche con il rafforzamento della formazione che "deve diventare un diritto permanente per tutti i lavoratori". Il superamento del precariato dovrà essere l'obiettivo comune di una sinergia da costruire tra i centri pubblici per l'impiego e le agenzie private, in un nuovo rapporto che coinvolga scuola, università, aziende e territorio e che non lasci fuori i navigator ai quali dovrà essere assicurato il rinnovo del contratto, come richiesto espressamente da Maurizio Landini.

Riforma pensioni e fine quota 100: i sindacati propongono uscita flessibile a 62 anni e quota 41

Sul tavolo del ministro Orlando c'è anche la questione Pensioni e la scadenza di quota 100 al 31 dicembre 2021. I sindacati hanno chiesto di aprire un negoziato sulle pensioni per studiare formule di uscita che permettano di non trovarsi senza soluzioni quando la sperimentazione delle pensioni a 62 anni sarà terminata. Proprio l'età prevista da quota 100 è quella suggerita dai sindacati per iniziare a ragionare su un sistema flessibile che prevede anche la quota 41 per tutti, misura richiesta principalmente dai lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare e a contribuire già dalla tarda adolescenza.

Tuttavia, la crisi occupazionale e delle imprese ha già strumenti previdenziali prorogati e potenziati dal governo Conte nella legge di Bilancio 2021 che possono agevolare l'uscita dei lavoratori e il ritorno ai licenziamenti in regime ordinario.

"Bisogna incentivare anche i contratti di solidarietà e di espansione in alternativa ai licenziamenti", è quanto ha detto Maurizio Landini proprio a sottolineare le potenzialità dei due strumenti che consentono ai lavoratori di andare in pensione con un ampio numero di anni di anticipo rispetto alla pensione di vecchiaia e alle imprese di procedere con le ristrutturazioni aziendali e di personale, risparmiando sui costi previdenziali grazie ai due anni coperti dalla Naspi.