Sarebbero in arrivo delle novità sulla riforma delle Pensioni dal governo guidato da Giorgia Meloni, soprattutto per quanto concerne il bonus contributivo da destinare a chi deciderà di rimanere a lavoro dopo i 63 anni di età, rimandando così l'uscita. Si tratta di un meccanismo che consente di aumentare gli stipendi ricorrendo a un largo bonus contributivo e riservandolo, da quanto si apprende, ai lavoratori della Pubblica Amministrazione, in primis agli infermieri e operatori socio-sanitari (Oss). Le pensioni anticipate, invece, dovrebbero riservare uscite intorno ai 60 anni con la conferma di opzione donna e ulteriori benefici per chi si trovi in condizioni di disagio economico e sociale mediante il rinnovo nel 2023 dell'Ape sociale.

Con la scadenza di quota 102 al 31 dicembre 2022, invece, si cerca un nuovo equilibrio delle quote di uscita: si ipotizza, per questo meccanismo, l'innalzamento di un anno nella somma tra età e contributi versati (quota 103).

Pensioni, novità in arrivo con il bonus contributivo: aumento stipendi ai lavoratori della Pubblica amministrazione a 63 anni

La novità trapelata in questi ultimi giorni sulle pensioni di Giorgia Meloni è la possibilità del bonus contributivo a favore dei lavoratori - si ipotizza quelli della Pubblica amministrazione - che decidano di rimanere a lavoro nonostante l'aver raggiunto i requisiti per l'uscita anticipata. La quota di partenza dovrebbe essere rappresentata dall'età minima di 63 anni unitamente all'aver maturato già i requisiti pensionistici: a queste condizioni, i lavoratori riceverebbero il bonus per la permanenza a lavoro mediante lo sconto dei contributi, che farebbe avvicinare lo stipendio netto al lordo, aumentandolo, e senza compromettere la futura pensione.

Dalle prime anticipazioni, tuttavia, non tutti i comparti della Pubblica amministrazione sarebbero beneficiari di questo meccanismo: al momento vi rientrerebbero medici, infermieri e Oss della Sanità, e altri lavoratori del pubblico impiego. Ma per una puntuale valutazione della misura occorrerà entrare nel dettaglio di ciascun comparto pubblico e nei relativi requisiti minimi di pensionamento.

Pensioni, ultime novità: Salvini spinge per uscita a quota 41, Meloni potrebbe preferire quota 103

Nella legge di Bilancio 2023 Giorgia Meloni dovrebbe puntare tra 1,5 e 2 miliardi di euro per le pensioni. Risorse che, ad oggi, risultano insufficienti per un' organica riforma previdenziale, ma che dovrebbero assicurare la proroga di alcuni strumenti di pensione anticipata già in vigore, come l'opzione donna e l'Ape sociale.

Si studia un'altra quota dopo il termine della sperimentazione della quota 102 fissato al 31 dicembre 2022: per il prossimo anno, la somma tra l'età e i contributi versati potrebbe arrivare a 103, con età minima di 63 anni e 40 anni di contributi versati. Matteo Salvini invece spingerebbe per le pensioni a quota 41 all'età minima di uscita a 61 anni: si tratterebbe di un primo passo verso la quota 41 per tutti, a prescindere dall'età di uscita.