Il 22 febbraio scorso si è compiuto un anno da quando Renzi si è insediato a capo del governo in sostituzione di Enrico Letta. Luci ed ombre accompagnano l'azione dell'esecutivo che si era riproposto di far ripartire il Paese proprio dalla Scuola col prossimo Ddl in discussione dalla prossima settimana a Montecitorio. A margine della ricorrenza sopra richiamata, il Pd ha organizzato un evento sulla scuola, come riportato in un servizio a cura di Repubblica.it che ha realizzato un video ad opera di Francesco Giovannetti e Marco Billeci nel quale viene ripreso l'intervento di Luigi Berlinguer che dell'istruzione è già stato ministro dal maggio del 1996 fino a tutto il 2000.

Sul banco degli imputati sale la Buona Scuola.

Sorpresa alla kermesse del Pd

Tra lo stupore del premier per il dissenso espresso dalla minoranza dem, l'intervento dell'ex ministro è stato particolarmente apprezzato da una folta platea costituita da tanti insegnanti che alla fine hanno tributato a Berlinguer un lunghissimo applauso esprimendo gradimento e condivisione piena delle sue esternazioni in merito alla Buona Scuola di Matteo Renzi. Dopo la bordata di Imposimato sulla chiamata diretta da parte dei presidi, seconda in ordine cronologico rispetto a quanto qui descritto, arriva una seconda censura al piano di riforma scolastica di questo esecutivo.

L'intervento di Luigi Berlinguer

Il senso dell'intervento di Luigi Berlinguer è quello di domandarsi retoricamente se sia possibile non educare al bello.

Si tratta di un concetto che fa parte della stessa natura umana e che si trova dentro ognuno di noi. Perché cancellare questo? E qui arriva la sua reprimenda sulla Buona Scuola esprimendo come egli non creda a questa idea di riforma del comparto istruzione. In qualche passaggio è anche sarcastico come quando, citando un detto celebre di Nino Manfredi, introduce un "Fusse che fusse la volta bbona?".

Platone diceva che era l'eros che muove la vita, è il piacere e la gioia. Lo studio non deve essere solo fatica quindi, ma anche piacere perché a scuola non ci si deve annoiare o 'spallare' , come testualmente da lui affermato.