Diceva Giulio Andreotti che "a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca". È un po' quanto sta accadendo dopo il grossissimo affare che i tedeschi di Fraport sono riusciti a portare a casa strappando alla concorrenza la gestione di 14 aeroporti nell'Ellade. Il traffico è stimato in circa 20 milioni di passeggeri all'anno. La concessione da 1,23 miliardi di euro è in teoria frutto di un concorso trasparente portato avanti per aiutare la Grecia nel suo processo di privatizzazione. Un passo fondamentale per ottenere gli 86 miliardi del prestito-ponte, un terzo salvataggio, che darebbe la possibilità ad Atene di andare avanti nel risanamento dei suoi disastrati conti pubblici.

La stampa tedesca si pone domande

Tutto regolare quindi? Non proprio. L'accordo con il gigante tedesco è stata la condizione per far partire il terzo programma di aiuti ad Atene. Il gruppo ha portato a casa una concessione fino al 2055 per gestire la logistica di alcune delle piu' famose località turistiche europee. Un affarone visto che, al momento, l'unico comparto che in Grecia tira davvero è il turismo. Il premier greco Tsipras ha però cercato di rinegoziare i termini dell'accordo. I dubbi sono tutti sulla liceità della gara. La domanda che molti si pongono è: Atene ha mai avuto davvero la possibilità di negoziare con i tedeschi? Fraport controllerà destinazioni come Mykonos, Rodi, Santorini e Skyatos e già qualche settimana fa i suoi vertici si erano spinti a sperare, dichiarandola, in un'uscita della Grecia dall'euro.

La svalutazione della dracma avrebbe attirato, sempre secondo i manager della società, turisti nel paese, e permesso al gruppo che controlla scali come l'aeroporto di Antalya in Turchia, o quello di San Pietroburgo in Russiadi guadagnare qualche decina di milioni di viaggiatori in piu'.

Nel novembre dell’anno scorso la Fraport fu dichiarata 'investitore privilegiato' per gli scali, soprattutto regionali, del paese che dovrebbe gestire in collaborazione con il gigante energetico greco Copelouzos.

Persino quotidiani conservatori, e generalmente non teneri con Atene come la Faz (Frankfurter Allgemeine Zeitung), si pongono degli interrogativi su come si siano svolti effettivamente i fatti. E qualcuno comincia a chiedersi come possa realmente uscire dalla crisi sistemica in cui si trova una nazione che svende i "gioielli di famiglia".