La tragedia di Parigi per mano dei terroristi dell'Isis si conferma essere uno degli atti più brutali perpetrati in questo secolo, dove la follia della gente sembra rispecchiarsi in tutti i fatti di cronaca che da qualche anno si fomentano rincorrendosi fra loro. Troppe volte ci chiediamo il perché di queste atrocità, come se l'unico dialogo che possa proporci ora il mondo, sia la guerra in nome di un Dio che nessuno ha certezza d'esistenza. Si sa solo che, nel momento del bisogno interiore, siamo pronti a venerarlo senza più reticenze, chiedendogli aiuto e speranze verso un mondo migliore.

Neppure le parole di Papa Francesco, il Santo Padre dei popoli, riescono a fermare la ferocia dei terroristi che, come guerrieri senz'anima mietono vittime al loro passaggio; e alla pari di noi tutti è sconvolto dai retroscena di questa tragedia che s'è lasciata dietro una marea di vittime e più di 130 morti, condannando l'utilizzo di Dio come la bestemmia più infamante. Adesso il timore è rivolto all'evento del Giubileo che porterà a Roma milioni di fedeli; proprio quei fedeli che l'Isis vorrebbe annientare. Qualcuno ricorderà il libro della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci che con il suo profetico libro 'La rabbia e l'orgoglio', cercò di svegliare le coscienze di un mondo, che non amava essere citato come razzista, ma che si lasciava calpestare dall'ondata di violenze dettate dalla religione dei popoli.

Il dopo attentato dei potenti

Affacciato alla finestra del palazzo Apostolico in piazza San Pietro, Papa Francesco rinnova l'Angelus in preghiera, destinando questo giorno alla tragedia di Parigi; riaffermando che la strada dell'odio e della violenza non sono la via giusta per risolvere i problemi dell'umanità. Malgrado questa preghiera, dopo che il 14 novembre s'è decretato lo stato d'emergenza francese che Hollande vorrebbe prolungato a tre mesi, si aggiunge la chiusura delle moschee "in cui certi soggetti fomentano l'odio", e il permesso alle forze di polizia di compiere perquisizioni in caso di pericolo all'incolumità della Francia.

Questa è una procedura rarissima che ha avuto il suo esordio nel 1955 per l'indipendenza dell'Algeria, e poinel 2005 per le rivolte delle Banlieue. A tutto questo s'aggiunge la notizia che la Francia di Hollande ha iniziato la sua guerra in Siria contro l'Isis,in nome di una giusta vendetta verso i suoi concittadini morti. Questa operazione è stata coordinata con gli U.S.A per mezzo di cacciabombardieri partiti dalle basi della Giordania e degli Emirati Arabi, facendo ricordare le parole del generale tedesco Harald Kujat quando, a fine 2014, denunciò la guerra voluta fortemente dal califfo Erdogan contro l'Isis a conquista della Siria.

Chi era il cervello dell'operazione?

La notizia di tarda mattinata, divulgata dai media belgi, comunica l'arresto, poi smentito e tuttora latitante, di Salah Abdeslam, ricercato per le stragi di Parigi in cui il fratello Ibrahim sembra essere stato uno dei kamikaze che s'è fatto esplodere venerdì al teatro Bataclan in Boulevard Voltaire. Sembrerebbe sia stata individuata la mente degli attentati delle stragi a Parigi e si tratterebbe, a detta del sito Rtl.be, di Abdelhamid Abaaud, appartenente alla cellula terroristica che è stata smembrata a gennaio nel piccolo Comune di Verviers, in Vallonia, e scomparso nello stesso periodo in Grecia. Sarebbe quindi lui il vero regista che è stato in perenne contatto con i kamikaze?

Un ragazzo di 28 anni di origini marocchine, in grado di commettere gli orrori inimmaginabili a cui cerchiamo di dare un perché. Questo ragazzo era noto all'intelligence con il nome di Abu Omar al-Baljiki e compare anche in un video al volante di un'auto con al seguito svariati cadaveri mutilati. Forse nemmeno chi l'ha generato è capace di perdonarlo, perché risulta essere stato rinnegato dal padre che s'è costituito parte civile contro di lui.