Un tempo il termine var era sinonimo di Varriale, il noto conduttore un programma televisivo della Rai, che aveva il compito di raccogliere tutte le interviste a caldo post-partita di allenatori, giocatori, presidenti, addetti ai lavori e non, insomma tesserati dei vari club iscritti al campionato di Serie A in corso: tra questi c'era anche la possibilità di commentare e valutare in studio attraverso la cosiddetta Moviola decisioni arbitrali ed episodi dubbi che poi condizionavano più o meno il regolare andamento di un match.

Oggi, cosa è cambiato?

Oggi VAR sta a indicare una neonata tecnologia (eh si, anche il calcio e le valutazioni sportive, in un mondo sempre più digitale, si è adeguato ai tempi che corrono), una tecnologia di supporto alle decisioni arbitrali più svariate che dovrebbe avere come obbiettivo e fine ultimo facilitare il compito di assistenti, arbitri, guardalinee (e chi più ne ha più ne metta), rendere sempre più oggettiva una decisione, è cercare di ridurre sempre più le polemiche, il 'gridare allo scandalo' e situazioni che avvelenano sempre più questo sport.

Non è cambiato praticamente nulla. Innovazioni sì, ma sempre più polemiche. Ma c'è proprio da dire che siamo sempre alle solite. Le polemiche c'erano negli studi di diverse trasmissioni sportive e continuano ad esserci tutt'oggi, dove per la maggiore sono Pay per View, e dove l'inserimento graduale di questo "assistente" pare non aver risolto di molto le cose.

La differenza coi campionati esteri

Certo ci sarebbe da dire: siamo in Italia, il Paese dei rancori, il Paese dove il calcio si riduce a buu razzisti, a pessimi insegnamenti allo stadio, a battibecchi tra tecnici, insomma un Paese sempre "alla frutta" e sempre ultimo in termini di Fair Play. Un Paese, aggiungerei, che non vuole crescere e a dimostrarlo sono il continuo recriminare episodi ad ogni turno (infra)settimanale; in altri campionati europei esiste un'altra cultura: si accetta quello che è il giudizio della terna arbitrale, senza darne eccessivo peso (soprattutto mediatico) alla cosa, ma soprattutto cosa, direi, fondamentale: non si parla di calcio tutta la settimana.

Le polemiche nel nostro campionato

Poi è chiaro se sei Napoli o Juve e ti giochi lo scudetto il discorso è amplificato. Mister Allegri e la sua posizione: non commentare proprio, nè in bene nè in male, altrimenti si scatenerebbe un putiferio. Discorso che non fa una grinza, forse il più corretto e diplomatico, rispetto ad altri suoi colleghi che preferiscono mettersi a piangere davanti ai microfoni.

Anche se il tecnico livornese, ricordiamo, già ad inizio campionato, quando l'applicazione della tecnologia incontrava non poche difficoltà pratiche e la sua squadra non attraversava il suo periodo migliore, non si riguardò ad ammonire pubblicamente in conferenza stampa un uso spropositato della stessa ("Così le partite non finiscono più..."). Lo stesso Marotta, poi, optò per un utilizzo più flessibile, per situazioni estremamente dubbie e decisive, come episodi di goal-non goal, come da sempre dichiarato anche in Lega, ancor prima dell'introduzione. A quel tempo la Juve era terza, al comando c'erano Napoli e Inter, e in molti, già alle prime difficoltà della squadra bianconera, a sostenere (anche tra i tifosi) che con il VAR la Juventus non sarebbe più stata in grado di vincere.

Affermazioni, poi, prontamente smentite dal campo. Come non ricordare poi le polemiche dall'appena arrivato Walter Zenga in Crotone-Napoli ("Io francamente non capisco il VAR. Se l'arbitro fa il silence check"), poi persa per 0-1 con goal viziato di Mertens, le polemiche in Juve-Toro di poche settimane fa che scatenarono una bufera di polemiche (si trattava della Juventus, logico quindi), in Alalanta-Napoli, fino ad arrivare a questa 22-esima giornata nerissima di campionato dove hanno protestato praticamente tutti: Cacciatore fa il segno delle "manette" alla Mourinho, per intenderci, Maran si lamenta ai microfoni per le due espulsioni subite in Juve-Chievo, il Bologna dopo il momentaneo vantaggio contro il Napoli, di nuovo Zenga per un goal annullato in Crotone-Cagliari, il Cagliari stesso che rimanda le rivendicazioni al mittente, persino Donadoni che tuona: "Non ha senso applicare il VAR".

Sembra una corsa senza fine a chi le spara più grosse. E pensare che manca ancora quasi un intero girone e non osiamo immaginarci come sarà da qui alla fine.

Stiamo calmi

Forse dovremo tutti darci una calmata e capire che alla fine il calcio è e rimane sempre e solo un gioco cercare di sdrammatizzare è la chiave, prenderla con più filosofia, alla Allegri, per intenderci, il quale ha sempre preferito non entrare mai in polemica, e si limita spesso a commentare in maniera ironica certi show. Anche in questo il club torinese insegna e fa da traino. Più che condivisa la posizione del club e del tecnico, se questi sono poi i risultati. C'è da chiedersi se l'introduzione della cosiddetta "Moviola in campo" crei un miglioramento almeno dal punto di vista comportamentale di chi si adopra h24 a questo sport, perché così non sembra. Da questo punto di vista, al momento, non c'è nulla di risolto, anzi.