Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento Cinque Stelle per le elezioni del 4 marzo 2018, nei venti punti del programma presentato al Villaggio Rousseau di Pescara nel pomeriggio di domenica 21 gennaio 2018, tiene conto dei requisiti fondamentali e imprescindibili per guidare un Paese in subbuglio su tutti i fronti, un Paese sempre più alla deriva. Un Paese in cui numerosi cittadini - giovani e non - probabilmente non ripongono più alcuna speranza nei vari partiti politici che - ovviamente - non fanno altro che guerreggiarsi in questo periodo di campagna elettorale e altro non faranno per i giorni rimanenti che precedono il 4 marzo e che, in tempi normali, mirano unicamente ad assicurarsi la loro sopravvivenza a scapito degli italiani.
Nel bel mezzo...
In mezzo a questa guerriglia e a questo ammasso di promesse sature di incognite sulla fattibilità reale delle suddette, si colloca Luigi Di Maio che riceve molte critiche (com'è naturale che sia), ma che riscuote anche ampi consensi, come il rumoroso e grandissimo applauso col quale è stato accolto al Villaggio Rousseau a Pescara.
Un giovane che - sebbene trafitto verbalmente dal Cavaliere, fra i quali è noto il sano antagonismo, attaccato anche da Beppe Severgnini che, scrivendo per il rinomato New York Times, ha minato la credibilità del pentastellato agli occhi non solo degli statunitensi definendolo quale candidato premier della prima forza politica italiana che non ha portato a termine gli studi e non ha mai lavorato - continua imperterrito per la sua strada mostrando determinazione e caparbietà.
'Comandare con il cuore e la testa'
In tutti i punti del programma presentato da Luigi Di Maio, che spaziano dal settore fiscale al fronte del lavoro, alle auto ibride, alla giustizia, all'Unione Europea, emerge un Leitmotiv che potrebbe avere un decorso positivo nei pensieri degli italiani che si recheranno alle urne, una frase a cui molti potrebbero non restare totalmente indifferenti: 'bisogna cambiare l'Italia dal governo' - sottolinea il pentastellato - e sarà possibile attuare questo cambiamento soltanto comandando il Paese con la testa e con il cuore, compiendo scelte che vengono dal cuore.
Mettere il cuore in ogni cosa è, dunque, il requisito che ha fatto del Movimento Cinque Stelle la prima forza politica del Belpaese. E usare cuore - nell'ottica di Di Maio e, in definitiva, del movimento in toto significa migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani, significa dare priorità a chi è svantaggiato. Da qui l'invito a partecipare con lo slogan 'Partecipa, scegli, cambia'.