La Legge di bilancio per il 2019 si avvicina, le proposte economiche ventilate si accumulano e tutte, dalle nazionalizzazioni di Autostrade ed Alitalia, ai provvedimenti sul lavoro, alla Flat tax, richiedono soldi, tanti soldi, che un Paese dal debito pubblico elevato come il nostro non ha. Accade dunque di sentire girare, sui mezzi d'informazione, singolari richieste di aiuto a un'istituzione sin qui vista con sospetto, come la Bce, o anche a nazioni fuori dai tradizionali contesti economici e politici, come la Cina e la Russia.

Il tempo stringe, l'incertezza avanza

La Finanziaria si avvicina come dicevamo, ma i conti continuano a non tornare: la Bce di Mario Draghi, da 4 anni finanzia i debiti pubblici europei, con l'intento ufficiale di portare l'inflazione al 2%, e con quello ufficioso e mai dichiarato, di salvare i paesi indebitati, dando loro il tempo di fare le riforme necessarie ed aggiustare i loro bilanci, cosa che è riuscita bene, in Portogallo, Olanda, Irlanda e Spagna. In Italia, come sappiamo no. E ora che l'ombrello di Francoforte si stà per chiudere temiamo la tempesta. Per questo, l'economista della Lega Borghi, chiede a Mario Draghi di porre un tetto massimo allo spread proseguendo il Qe oltre la data fissata di settembre.

Cosa che non avverrà.

Se i sovranisti chiedono soldi agli altri

Che la situazione sia delicata lo testimonia il viaggio che il ministro Tria si accinge a recarsi in Cina per cercare finanziamenti agli investimenti da fare in Italia. Questo viaggio avviene in un momento di tensione dovuto alla guerra commerciale in atto con gli Usa e l'esito non è dunque scontato.

Certo fa impressione vedere un governo che ha basato parte del suo successo sul concetto di sovranismo, muoversi in una direzione tanto diversa. Inoltre giova ricordare che il fondo cinese Silk and Road detiene il 5% di Autostrade per l'Italia e quindi è presumibile che i cinesi vorranno chiarimenti sull'eventuale iter di annullamento della concessione dopo il crollo del ponte Morandi.

Savona e la Russia

Ma la Cina non è l'unico Paese al quale stanno rivolgendo i loro sguardi Di Maio e Salvini: il ministro Savona, ipotizza infatti di rivolgersi alla Russia, che dovrebbe intervenire, secondo lui, con un fondo sovrano in soccorso dell'Italia. La domanda che sorge spontanea è se davvero, l'Italia dei sovranisti, intenda in un colpo solo abdicare ai quei principi autarchici che la caratterezzino, per ora a parole, e al contempo, a una storia fatta di un'appartenenza ben precisa, a quel blocco di alleanze che ha portato la Nazione ad essere una delle prime economie al mondo.

Le risposte di Moody's e dei mercati

Intanto i mercati iniziano a prezzare i rischi di siffatta Politica, con una fuga di capitali iniziata a maggio, che prosegue ininterrotta, con 55 miliardi usciti dal Paese negli ultimi due mesi e conl'agenzia di rating Moody's che attende l'aggiornamento del Def (il documento che precede la finanziaria vera e propria), per dare corso o meno all'iter, dell'ennesimo declassamento che il nostro debito pubblico ha subito in questi anni.

Il rischio che vanga abbassato a livello di "spazzatura" è alto e in quel caso si chiuderebbero le porte necessarie a rifinanziare il debito: la Bce chiuderebbe i rubinetti del finanziamento alle banche commerciali italiane e le famiglie e le imprese, non torverebbero più le condizioni per ottenere i prestiti necessari alle rispettive attività. Insomma, uno scenario poco rassicurante, comunque la si voglia guardare.