Matteo Renzi e Giuseppe Conte, negli ultimi giorni, se le mandano a dire praticamente su ogni argomento che viene affrontato dal nuovo Governo, in particolare la manovra finanziaria in preparazione.

Il tormentone della settimana trascorsa è rappresentato infatti dalle frecciatine che l'uno manda all'altro, praticamente su tutto; il Presidente del Consiglio è passato da un Matteo all'altro, senza soluzione di continuità e comincia a dare segni di disagio: "Basta giochi sporchi!", afferma, alludendo probabilmente alla strategia che l'ex segretario del Partito Democratico sta giocando a suon di commenti su social e media.

Il tutto è reso ancor più imbarazzante dall'aumento dei parlamentari e senatori Pd che decidono di passare ad Italia Viva.

La strategia di Matteo Renzi

Il ritorno di popolarità consente a Renzi di tessere la sua tela, dall'angolo in cui si è sistemato, per arrivare di nuovo alla scalata a quel potere che aveva perso nel 2016, in seguito al Referendum legato al suo nome, che gli italiani avevano bocciato clamorosamente. Molti opinionisti vedono nella sua strategia il tentativo di creare, per il suo partito, una tale importanza da renderlo cruciale per la gran parte delle decisioni del Governo, diventando essenziale per la stessa tenuta della compagine di maggioranza. Ad esempio, quando afferma "Io sono leale con il Governo", omette però di aver detto che presenterà la sua personale manovra alla prossima Leopolda, prevista per il 18 ottobre prossimo.

Nel momento in cui pone una differenza tra la "sua" manovra e quella del Governo, sta implicitamente dicendo che ci saranno dei dettagli che diventeranno emendamenti da sottoporre al Senato, durante la discussione necessaria all'approvazione.

Infatti, nel Def che si è appena intravisto, ovvero il Documento di Economia e Finanza, manca del tutto la tabella programmatica, che consentirebbe di capire da dove vengono i soldi necessari per la manovra, quindi come la stessa incide sui cittadini e sulle loro tasche.

Nonostante le varie rassicurazioni sul fatto che l'Iva non sarà aumentata, il timore rimane; Daniela Santanchè, nella trasmissione "Stasera Italia" del 5/10/19, ha dichiarato: "Vedrete che l'Iva sarà aumentata, forse non nel parametro del 22%, ma invece in quelli più piccoli, del 4 e del 10 per cento, che riguardano beni di prima necessità".

Il 4% è l'aliquota Iva applicata ad alcuni generi alimentari e panetteria, mentre il 10% riguarda i ristoranti, gli alberghi, ed altri alimentari, nonché i prodotti farmaceutici e la raccolta rifiuti. Se le affermazioni della Santanchè risultassero giuste, per i cittadini questo porterebbe ad un notevole esborso in futuro, da aggiungere all'aumento delle bollette ed all'aggiornamento dei ticket sulle prestazioni sanitarie.

Mentre la popolarità di Matteo Renzi potrebbe essere destinata a crescere ancora, quella dell'attuale Governo Pd-Movimento Cinque Stelle potrebbe subire un forte calo, proprio in occasione della pubblicazione della tabella programmatica del Def, ove fossero confermate le previsioni peggiori.

Renzi e Conte anche sul cuneo fiscale

In una lettera inviata al Corriere, Matteo Renzi ha dichiarato che in manovra ci sono solo pochi spiccioli ricavati dal taglio del cuneo fiscale sulle buste paga dei lavoratori, che dovrebbe fruttare circa 40 euro in più, aggiungendo che bisogna fare di più, che ci vuole più coraggio. Giuseppe Conte, dal canto suo, ha risposto che non ha bisogno di fenomeni, che chi vuole criticare dovrebbe invece mettersi al tavolo con chi sta lavorando duramente e fare proposte. Enrico Letta, che ha già subito in passato sulla sua pelle le manovre di Renzi, ha dichiarato che in questo modo il Governo non arriva neanche a mangiare il panettone. L'attuale segretario del Partito Democratico, non a caso, ha definito "guerriglia" il polverone di questi giorni.