Le elezioni regionali hanno messo in un luce una situazione politica precaria per il Pd. In termini di numero di regioni che hanno dimostrato il proprio consenso, il partito del Premier ha vinto, ma la situazione della Campania e la sconfitta in Liguria dimostrano invece come le cose non siano poi così semplici. Il premier però tende a minimizzare, ecco gli aggiornamenti in materia di elezioni regionali e consensi al partito, che non negano la preoccupazione del leader del Partito Democratico.

L'opinione di Renzi

A Repubblica delle idee, Matteo Renzi ha fatto delle dichiarazioni in cui rivendica lavittoria del suo partito.

Ci tiene molto a sottolineare il fatto che il risultato finale della partita delle regionali è 5 a 2, come se si trattasse di una partita di calcio. Ma la politica è molto più complicata dello sport, e il risultato già impallidisce se si pensa all'alto numero di persone che non si sono recate alle urne. Renzi inoltre attribuisce la colpa della perdita della Liguria, dove Raffaella Paita è stata sconfitta dopo mesi di polemiche e scontri interni al partito, a tutto il Pd e non alla candidata. Ma anche se manifesta come secondo lui sia necessaria una riflessione all'interno del Pd, il segretario non sembra intenzionato a effettuare grossi cambiamenti all'interno dello stesso. Anzi, il punto che ci tiene a sottolineare è come il Pd sia l'unico partito di centrosinistra possibile, dichiarando che al di fuori di esso è possibile votare solo Salvini e la destra.

Dichiarazioni che non stupiscono se vengono fatte da colui che ha nei suoi intenti quello di creare il partito della nazione, ma la riflessione sorge spontenea: cosa succederà quando nuovi soggetti politici di sinistra, come per esempio quello di Civati, prenderanno piede? La domanda è pregnante anche perchè se si analizza il numero dei voti, risulta che il Pd ne sta perdendo.

Ma anche questo dato non sembra essere così importante agli occhi del Premier, che invita a non considerare troppo importanti a livello nazionale i voti espressi dagli elettori nell'ambito delle elezioni regionali. Questo modo di vedere le cose stride però con il segretario che l'anno scorso ha usato come legittimazione i voti ottenuti dal suo partito alle elezioni europee.

Che forse Renzi si renda conto che la situazione non è per niente facile, anche se preferisce non ammetterlo?

Landini

Intanto Landini all'assemblea della neonata Coesione Sociale dichiara: "fanno bene ad aver paura di quello che stiamo facendo, lo devono proprio avere il timore" (ansa.it). Ora, in verità non sembra che paura sia proprio la parola che viene in mente ai politici del Pd quando parlano di Landini. Ma sicuramente questo movimento delinea come ci sia uno scontento negli elettori che storicamente hanno votato a sinistra. A prescindere dal tanto discusso problema che riguarda se la Coesione Sociale si presenterà alle elezioni, il Pd oggettivamente ha un problema di base. O Renzi si decide a fare uno strappo dalla base storica, quella che votava comunista per intenderci, per estendere il suo bacino elettorale al centro e alla destra moderata, che a volte pare proprio essere il suo obiettivo finale, oppure deve correggere un po' le manovre del suo partito verso sinistra ed ascoltare le critiche delle correnti di minoranza.

Il suo elettorato ha già ingoiato molte riforme non proprio di sinistra, come l'abolizione dell'articolo 18, e Renzi deve stare attento a non tirare troppo la corda. E nemmeno può pensare di rimanere per sempre l'unico candidato di sinistra: prima o poi si presenterà un'alternativa. Oggi è prevista la direzione del Partio Democratico, vedremo se il futuro del Pd ne uscirà più chiaro.