Roma non è più solo la capitale d'Italia, ma anche la capitale delle polemiche, soprattutto per quanto riguarda il sindaco Ignazio Marino. Renzi vorrebbe che se ne andasse, ma Marino non ne vuole nemmeno sentir parlare. La difesa del sindaco da parte del Pd è frammentaria e poco credibile, intanto i 5 stelle voglio discutere una mozione di sfiducia.

Marino e il Pd

Roma è sotto una tempesta politica che avrà effetti sul Pd in tutta la nazione. Il partito appare infatti tutt'altro che unito nella difesa di Marino. Mentre il presidente Orfini lo difende, il segretario Renzi lancia moniti dagli studi televisivi.

"Fossi in Marino non starei tranquillo" (ansa.it) sono le parole del segretario, che lasciano trapelare una neanche tanto velata minaccia. Marino comunque, sembra non interessarsi molto alle polemiche sul suo conto, e ha reso nota la sua volontà di rimanere sindaco fino al 2023. Non solo il sindaco non ha nessuna intenzione di dimettersi, ma ha perfino in idea di ripresentarsi alle elezioni. Problema non da poco per Renzi, che presto dovrà decidere da che parte stare. Sicuramente conta molto l'aspetto elettorale: i romani hanno dimostrato in più occasioni quanto poco gradito gli sia Marino. Però, dal momento che Marino si è presentato alle primarie del Pd e le ha vinte, non è nemmeno facile per il premier obbligarlo alle dimissioni.

I 5 stelle vogliono una mozione di sfiducia

L'ansa riporta la notizia di una mozione di sfiducia del movimento 5 stelle, che ha però bisogno della firma di 19 membri del consiglio comunale (quindi di praticamente tutta l'opposizione) perché tale mozione possa essere discussa. Anche gli esponenti di Ncd si stanno impegnando molto per ottenere la cacciata del sindaco.

Roberta Angelilli ha dichiarato: "saremo presenti in Campidoglio in concomitanza di ogni consiglio comunale" (ansa.it). Insomma, se Marino deciderà veramente di non cedere lo aspetta una guerra molto difficile. La sua posizione politica è molto precaria: dalle intercettazioni di mafia capitale è stata resa chiara a tutti la sua onestà, ma l'accusa che gli viene rivolta è quella di non essere stato in grado di combattere adeguatamente le infiltrazioni mafiose all'interno del suo consiglio comunale e della sua amministrazione.

Per non parlare poi delle foto che sono girate su tutti i media di Marino che parla con Buzzi. Tutte queste cose, miste alla ricerca di una persona da incolpare per i disagi causati ai romani dall'emorragia di soldi verso i vari Carminati, Buzzi o chi per loro, hanno messo Marino in una posizione decisamente scomoda e precaria. Il sindaco di Roma si è dimostrato essere caparbio almeno quanto Renzi, è quindi difficile fare previsioni su chi la spunterà, alla fine. Quello che è certo è che tutta questa vicenda avrà forti ripercussioni sulla politica nazionale, in quanto l'immagine del Pd che ne esce è quella di un partito frammentato al suo interno più che mai, poco convinto anche nel difendere un suo stesso esponente. Proprio per questo Renzi vorrebbe tagliare corto e passare ad altro, ma pare che questa volta abbia trovato pane per i suoi denti.