La riforma della Scuola è definitivamente approvata e diventa legge. Il cammino accidentato della buona scuola, tanto voluta dal governo, un po' meno da alcuni parlamentari e odiata dagli insegnanti, è finito con il voto di stamattina alla Camera. Cosa succederà adesso nella pratica? In realtà non è ben chiaro.
Proteste in Parlamento
Ormai ci siamo abituati a vedere proteste all'interno delle aule parlamentari non proprio consone al luogo dove si svolgono, e ovviamente la votazione di stamattina non è stata risparmiata. Con 277 sì e 173 no la riforma della scuola è passata senza grossi problemi, anche se è da dire che quattro deputati Pd hanno votato contro e che 39 si sono astenuti, tra cui Bersani, Speranza e Cuperlo, come si legge sul sito dell'Ansa.
I protagonisti delle proteste sono stati i leghisti, che hanno alzato dei cartelli che recitavano "giù le mani dai bambini". Le loro rimostranze hanno portato alla sospensione della seduta e all'espulsione dall'aula di Fedriga. Ma a parte le proteste e le considerazioni politiche, cosa succederà adesso nella pratica nel mondo della scuola?
I principali cambiamenti
Con grande soddisfazione del Governo e in particolare del ministro Giannini, la riforma dovrebbe entrare a regime già dall'inizio del prossimo anno scolastico. I modi di attuazione però paiono essere un po' complicati. Dalle parole di Giorgio Rembado, presidente dell'Associazione Nazionale Presidi, riportate dal sito dell'Ansa, si capisce che l'anno scolastico 2015-2016 sarà un anno di passaggio tra la vecchia e la nuova scuola.
Intanto le assunzioni: delle 100mila previste, a settembre ne avverranno 36.625 che andranno a coprire le cattedre alle quali manca un titolare. Gli altri insegnati verranno inseriti gradualmente nel corso dell'anno scolastico. Le scuole poi dovranno elaborare sia il Pof annuale che il Pof triennale, in modo da determinare l'effettivo fabbisogno di insegnanti che occorre ad ogni istituto per realizzare l'offerta formativa.
Gli insegnanti necessari verranno scelti tra i neoassunti, che entraranno tutti a far parte degli albi territoriali che il Ministero deve creare a tal scopo.
Non è ben chiaro, però, cosa dovranno fare di preciso gli insegnanti che avranno il compito di "potenziare l'offerta formativa", dal momento che questa frase può voler dire tutto e niente.
Per il momento pare che questi professori avranno il compito di fare supplenze e di aiutare i ragazzi che hanno bisogno di ulteriori spiegazioni e approfondimenti, come per esempio i ragazzi stranieri nell'imparare la lingua italiana. Insomma, questo anno di passaggio potrebbe essere un bel po' complicato, anche a causa dei numerosi ricorsi e delle proteste che si prevede ci saranno da parte degli insegnanti.
Un punto da sottolineare è che gli insegnanti che già sono di ruolo non vedranno alcuna modifica della loro posizione, creando così una situazione di disparità tra vecchi assunti, con una cattedra legata all'istituto, e nuovi assunti, che invece verranno scelti dai presidi e che si vedranno confermare o revocare il posto ogni tre anni.