Francesca Barracciu sicuramente rappresenta un'ombra che si proietta su questo Governo su questo governo, insieme agli altri sottosegretari e parlamentari indagati. Il suo caso è tornato a far parlare durante lo scandalo che ha coinvolto l'ex ministro Lupi, al quale Renzi non ha espresso nessuna solidarietà, contribuendo col suo silenzio alle sue dimissioni. Lupi non era indagato, la Barracciu lo è: Matteo Renzi usa forse due pesi e due misure?

Il caso Barracciu

Ecco il riassunto della vicenda giudiziaria che riguarda Francesca Barracciu, così come la racconta il Fatto Quotidiano.

La Barracciu è stata membro del consiglio regionale della regione Sardegna, come esponente del Pd. Nel 2009 si è presentata alla corsa per le elezioni Europee, dove però ha ottenuto soltanto il risultato di essere la prima dei non eletti. Quando Crocetta è stato eletto governatore dellaSicilia, è stata Francesca Barracciu a prendere il suo posto. In seguito ha deciso di presentarsi alle primarie del Pd per scegliere il candidato governatore della Sardegna. La Barracciu vince le primarie, ma, come un fulmine a ciel sereno, le arriva l'avviso di garanzia. La procura di Cagliari la informa di essere indagata per peculato, in merito a dei rimborsi sospetti che ammontano a 33mila euro. A questo punto, interviene Matteo Renzi, non ancora presidente del consiglio.

Nonostante le resistenze della candidata, Renzi riesce ad ottenere che si ritiri dalla corsa a governatore. La Barracciu, però, non si arrende, e strappa alle alte sfere del Pd la promessa di ottenere un incarico di spicco all'interno della giunta regionale, in cambio della sua arrendevolezza. Ma il neo eletto governatore del Pd Pigliaru non ne vuole sapere, nella sua giunta non ci devono essere indagati.

Ma questo rifiuto per la carriera politica della Barracciu si rivelerà essere un bene: alla nascita del governo Renzi viene nominata sottosegretario alla cultura. Ma non è finita: a marzo dell'anno scorso è arrivata una nuova mazzata per l'immagine pubblica della Barracciu. Oltretutto sia Renzi che la Boschi si erano esposti per difenderla, e lei aveva sostenuto che ormai la sua vicenda con la giustizia si era conclusa e che non ci fosse rimasto più niente da chiarire in merito alla sua posizione.

Invece, il Pm di Cagliari Marco Cocco interroga nuovamente il sottosegretario, sempre in merito all'indagine che la vede sospettata di peculato aggravato.

Le nuove accuse

Le indagini portavano al sospetto che la posizione della Barracciu si fosse aggravata. Oltre ai 33mila euro di rimborsi che già erano stati messi in dubbio, secondo i magistrati ne esistono altri 44mila altrettanto dubbi. In più, Francesca Barracciu viene accusata di non aver detto la verità. I rimborsi in questione sarebbero spettati all'ex consigliere regionale a causa della benzina spesa per fare deiviaggi istituzionali, per una media di 24mila Km all'anno tra il 2006 e il 2009. La procura però, mettendo a confronto i movimenti della carta di credito dell'indagata con le date dei viaggi che lei sostiene di aver effettuato, hanno scoperto che in più di un caso la Barracciu si trovava da un'altra parte.

Lei si è difesa sostenendo che le spese da lei sostenute in merito ai viaggi si sono verificate prima e dopo i viaggi stessi. Renzi continua a difendere la Barracciu. Per lui vale la linea garantista: ci si dimette per questioni di opportunità politica (come Lupi) o per una condanna definitiva, non per un avviso di garanzia. Decidete voi se la linea di Renzi sia giusta o se si tratti dell'utilizzo di due pesi per due misure.