E’ stata approvata al Senato, con 145 voti favorevoli e 97 contrari la riforma della Pubblica Amministrazione. Decisivi per l’approvazione sono stati i voti dell’opposizione che, benché votando ‘no’, hanno consentito il raggiungimento del numero legale che era fissato a 150 voti.

‘Un abbraccio agli amici gufi’ è stato il commento via Twitter del premier Matteo Renzi subito dopo l’approvazione in Senato del ddl Pubblica Amministrazione.

Riforma della PA: ecco cosa cambia per dipendenti e utenti.

La riforma della Pubblica Amministrazione approvata in via definitiva al Senato, assegna ben 15 deleghe al governo per lo svolgimento dei numerosi argomenti contenuti nel disegno di legge, alcuni dei quali susciteranno ampi dibattiti per la delicatezza degli argomenti trattati, come quello sui licenziamenti più facili o sulla fusione della Guardia Forestale con i Carabinieri.

Riepiloghiamo di seguito cosa cambia per dipendenti e utenti della pubblica Amministrazione secondo tre pacchetti che saranno affrontati a partire da settembre nel seguente ordine:

  • Riduzione della burocrazia. Sarà istituita la Carta di Cittadinanza Digitale che conterrà la determinazione dei livelli minimi di qualità di servizio della PA on line. Sarà ampliato ai settori di tutela paesaggistica e della salute dei cittadini il principio del ‘silenzio assenso’, in ragione del quale le amministrazioni avranno 90 giorni per esprimere un parere, trascorsi i quali scatta l’automatico assenso. Sarà inoltre possibile pagare multe e bollette di piccolo importo attraverso un sms.
  • Razionalizzazione della Pubblica Amministrazione. E’ il pacchetto che contiene la discussa fusione del corpo della Guardia Forestale con un’altra arma, probabilmente quella dei Carabinieri. Proprio questa misura ha dato origine alla prima manifestazione contro la riforma della PA. Saranno inoltre ridotte le Camere di Commercio e le Prefetture e sarà attuata una non meglio specificata ‘riorganizzazione flessibile’ dei Ministeri.
  • Riodino della dirigenza e licenziamenti più facili per il pubblico impiego. Sarà l’ultimo pacchetto della riforma della PA ad essere affrontato, in previsione, probabilmente, delle forti resistenze che susciterà. Punti cardine saranno la scelta dei dirigenti secondo criteri di merito, la durata dell’incarico limitata a quattro anni e la licenziabilità in caso di valutazione negativa. Licenziamenti più facili anche per i dipendenti della Pubblica Amministrazione.

Queste saranno le deleghe cui metterà mano il governo a partire dal mese di settembre per portare a compimento l’ambizioso progetto di razionalizzazione della Pubblica Amministrazione che, secondo i calcoli dell’esecutivo, potrebbe valere la crescita dell’ 0,4 per cento del pil.