Proprio nel giorno in cui il direttore del tg di La7 Enrico Mentana rilascia un’intervista al Fatto Quotidiano per schierarsi, anche se indirettamente, con Beppe Grillo sulla questione post-verità e bufale sul web, il leader del M5S pubblica un post sul suo blog per proporre l’istituzione di “una giuria popolare per le balle dei media”. Mentana non viene citato direttamente, ma il logo del telegiornale dell’emittente di Urbano Cairo appare nel fotomontaggio che accompagna il post. E tanto basta all’ex direttore del Tg5 per pubblicare una dura risposta su Facebook in cui avverte Grillo di trovarsi un avvocato perché non ci sta ad essere etichettato, lui ed i suoi colleghi, come dei “fabbricatori di notizie”.

Il post di Grillo

“Propongo non un tribunale governativo - posta Beppe Grillo alle 12 e 43 di oggi - ma una giuria popolare che determini la veridicità delle notizie pubblicate dai media. Cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali”. La sua proposta, se vogliamo, provocatoria, arriva in risposta, come precisa lui stesso, all’offensiva mediatica messa in piedi dalla ‘casta’ sulla questione delle post-verità rilanciate dal web. Niente altro che un bavaglio alla libertà di espressione, secondo il guru pentastellato, quello che “Renzi, Gentiloni, Napolitano e Pitruzzella, poi il ministro della Giustizia Orlando e infine il Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno” vorrebbero fosse adottato.

Un “nuovo tribunale dell'inquisizione - aggiunge Grillo - così il governo decide cosa è vero e cosa è falso su internet”.

Per questo il Garante M5S ha pensato alla soluzione rappresentata da “cittadini scelti a sorte a cui vengono sottoposti gli articoli dei giornali e i servizi dei telegiornali”. Una volta accertata la falsità di una notizia, il direttore della testata interessata sarebbe costretto a “pubbliche scuse”, oltre che alla rettifica in prima pagina (o in apertura di tg) della notizia.

E porta a suo favore il recente esempio del quotidiano La Stampa, che non è stato sanzionato per aver accostato la ‘troll’ Beatrice Di Maio (in realtà la moglie di Renato Brunetta) al M5S. Oppure, notizia di oggi, la prima pagina del berlusconiano Il Giornale che titola “Affari a 5 Stelle, Grillo vuole una banca”, falsificando la notizia (vera) dell’incontro di Davide Casaleggio con “l'Ad di una banca online”.

La reazione di Mentana

L’attacco generalizzato del capo grillino contro i mass media non ha lasciato indifferente Enrico Mentana. Due ore dopo, sulla sua pagina ufficiale Facebook, il direttore del Tg di La7 non ha usato mezzi termini. “In attesa della giuria popolare - si legge nel post - chiedo a Grillo di trovarsi intanto un avvocato. Fabbricatori di notizie false è un'offesa non sanabile a tutti i lavoratori del tg che dirigo, e a me che ne ho la responsabilità di legge. Ne risponderà in sede penale e civile”.