Non solo il referendum sull’euro. A questo ‘cavallo di battaglia’ del M5S si aggiunge adesso la proposta di indire un’altra consultazione popolare per decidere sulla futura permanenza dell’Italia nella Nato. A dare fuoco alle polveri grilline è stata la notizia, riportata tra gli altri dal quotidiano britannico Independent, del più grande schieramento di forze corazzate Usa-Nato sul confine orientale dell’Europa dalla fine della Guerra Fredda (ufficialmente terminata con la fine dell’Urss, ma evidentemente ancora in corso). Oggi, durante un convegno sull’intelligence organizzato dal Movimento, Luigi Di Maio ha ribadito la volontà pentastellata di “rivedere l'impegno dell'Italia nella Nato”.

Ieri, infatti, era stato il deputato Manlio Di Stefano, con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo, a denunciare la presunta militarizzazione dell’Europa Orientale (guarda il video qui sotto) voluta, secondo lui, dal presidente americano uscente Barack Obama al solo scopo di “destabilizzare i rapporti tra Trump e Putin”. Per questo aveva ricordato della proposta di legge in discussione alla Camera che, se approvata, permetterebbe di ridiscutere la “partecipazione italiana all'Alleanza Atlantica” e di sottoporre la decisione al “giudizio degli italiani”. Di Stefano (così come Di Maio) si schiera nettamente dalla parte di Donald Trump che “fortunatamente, ha rassicurato gli animi e parlato di ottime relazioni con la Russia”.

Gli interventi di Di Maio e Di Stefano

Il vice presidente della Camera Luigi Di Maio concorda con l’intenzione espressa da Trump di rivedere i termini e la struttura dell’Alleanza Atlantica e specifica meglio la posizione del M5S sul ruolo futuro del nostro paese. “La nostra posizione sulla Nato - afferma - è sempre stata coerente: andare oltre la Nato, non uscire dalla Nato”.

A suo modo di vedere la militarizzazione del confine Europa-Russia voluta da Obama è una “cosa folle”. L’ottica del M5S è, al contrario, quella della “lotta al terrorismo e di pace tra potenze militari”.

Posizioni che ricalcano quelle espresse più duramente il giorno prima da Manlio Di Stefano che aveva definito “patetico” il tentativo di Obama di fare ripetuti “sgambetti” a Trump, buon ultimo la decisione di inviare migliaia di soldati e centinaia tra carri armati ed elicotteri da combattimento in Europa Orientale.

Azione che si spiegherebbe esclusivamente con il tentativo di voler “minare la ripresa dei rapporti tra Stati Uniti d'America e Russia”. Per Di Stefano anche il presunto cyberspionaggio russo contro Hillary Clinton e la “gigantesca bufala” della storia di Trump ricattato per i video con le prostitute del Cremlino farebbero parte della stessa “immonda strategia della tensione”.