Nella puntata di questo 16 febbraio a "Piazza Pulita" su La 7 è intervenuto il Ministro dei Trasporti Graziano Delrio, il quale è stato intervistato da Corrado Formigli e da altri giornalisti sui principali temi di attualità politica. Ecco cosa ha detto.

'Non è Renzi che ha spaccato paese e partito. Scissione PD sarebbe una tragedia'

A un domanda se esiste odio dentro al Pd, Delrio ha detto: "Esistono anche dei forti conflitti personali, è vero, forse non odio ma alcune difficoltà personali. Ma credo che anche in altri partiti del passato vi era conflitti personali che si risolvevano in nome degli obiettivi comuni"

E' Renzi che sta spaccando il partito?: "No, non è lui. Matteo non ha spaccato il Paese, lui ha proposto una riforma che è stata poi bocciata, e ora non sta spaccando il partito, ma sta dicendo di andare al Congresso per fare un congresso, al fine di confrontarci e riunire il Paese. Esso non deve essere una sfida su Renzi. La gente alle Primarie del 2013 ha voluto Renzi come simbolo del cambiamento del Paese, ora se la stessa gente gli dirà che li ha stufati ne prenderà atto, ma noi non abbiamo paura del nostro popolo. Certe decisioni non possiamo prenderla fra quattro capo-correnti. I fatti dicono che dopo il 4 dicembre Matteo Renzi ha detto sì al Congresso, ma gli è stato chiesto di rimandarlo, poi gli hanno detto di volere contendibilità nel partito con Primarie aperte e Renzi ha detto sì, poi i candidati hanno di nuovo chiesto il congresso raccogliendo le firme: di fronte a questa richiesta abbiamo accettato".

Cosa pensa dell'eventuale scissione del PD?

"Io spero che non avvenga, ma se succede sarebbe una tragedia vera e la responsabilità cadrebbe sulle spalle di chi la vuole provocare. Sarebbe più difficile riproporre al paese un'esperienza che unisce, dopo una scissione sarebbe più difficile far passare il messaggio che vogliamo essere uniti per fare delle cose".

Cosa pensa riguardo alla prossime coalizioni che possono governare il Paese? "Quando abbiamo abolito il Proporzionale nel '93 lo facemmo perché non c'era la certezza che i problemi venissero affrontati. Io penso che il PD debba avere una vocazione maggioritaria, magari non più dura come prima ma cercando di aggregare il più possibile. Noi restiamo il primo partito italiano. Lo scollamento fra partiti tradizionali e alcune fasce generazionali c'è per tutti i partiti, non solo per noi. Il PD non appartiene a Renzi o a Bersani o ad altri dirigenti ma ai suoi elettori. Esso continuerà con questa forma anche in caso di scissione. Le sinistre sono in crisi in tutto il mondo mica solo da noi".

'Serve una coalizione di centrosinistra che vada da Pisapia ai moderati. Lavoriamo per evitare la scissione nel PD'

Qual è lo scenario dopo le prossime elezioni?

"Lo scenario è quello di fare con Pisapia un'alleanza di centrosinistra forte, che governa già in molte città, e di dare ai moderati che vogliono stare con noi la possibilità di farlo. Alfano se si chiama Nuovo Centrodestra e vuole avere tale vocazione, lo ringraziamo ma insomma... mentre un'area popolare può starci, come ad esempio fanno i moderati di Portas in Piemonte a sostegno di Chiamparino.

Noi vogliamo che il PD sia il perno della governabilità, qui non stiamo parlando di Renzi, lui stesso ha detto di essere disponibile a non essere il capo della coalizione e di voler dare un buon servizio al paese".

Ma se la sinistra dem esce dal PD poi farete un'alleanza elettorale come se nulla fosse? "Abbiamo 48 ore davanti per lavorare intensamente affinché ciò non accada. Io credo che chi come Bersani ha lavorato per fondare l'Ulivo sa quando sconcerto ci sarebbe nella nostra base se si dovesse arrivare a un passo del genere."