Il referendum del 4 dicembre ha lasciato strascichi pesanti per il Pd: la sconfitta e le conseguenti dimissioni di Renzi da capo del governo, il caso Consip e la scissione hanno prodotto un grosso calo nelle preferenze degli elettori sul Partito Democratico - apprezzamento che ora si attesta intorno al 27% - venendo così superato dal Movimento 5 Stelle che sale a quota 28.8%, secondo il sondaggio effettuato da Demos.
M5S che quindi riesce a contenere i propri problemi interni derivati dagli "scandali" romani, grazie proprio ai guai del PD che tra scissioni e caso Consip conferma il proprio masochismo estremo.
La situazione a sinistra
Dal centro-sinistra sale però a sorpresa il neonato DP-Democrati e Progressisti, che col suo 4.2% può sperare di "contare" qualcosa con l'attuale legge elettorale, un valore doppio rispetto al nuovo Campo Progressista di Pisapia (quota 2%) e di poco inferiore a quello di SI-Sinistra Italiana. Punteggi che se sommati avrebbero portato l'area del centro-sinistra ad un 38%, peccato però che rialzo e frammentazione vadano di pari passo in questo momento. Non resta che aspettare l'arrivo di D'Alema e Bersani.
La situazione a destra
Se il M5S ha saputo sfruttare bene i dissidi del Pd, allargando il consenso, non si può dire la stessa cosa dell'area di centro-destra. Né Forza Italia né la Lega hanno saputo sfruttare il momento, anzi, il sondaggio rileva come i due maggiori partiti di destra siano in calo di 2-3 punti rispetto a febbraio; sale invece Fratelli d'Italia della Meloni ora a quota 6.7 rispetto al 5.2 della precedente rilevazione.
Sorride il Governo di Gentiloni
In questo insieme di frammenti, rivalità e divisioni che compongono la Destra e la Sinistra - che non hanno ancora compreso a fondo quanto l'unità possa essere positiva in questo momento storico - svetta la figura del Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni: gli elettori infatti hanno dimostrato di aver apprezzato, e non poco, la sua decisione di rimanere fuori da questo "caos" e il suo gradimento è salito al 48%, se poi al momento del suo insediamento il 63% degli intervistati era convinto che non sarebbe arrivato a fine legislatura (quindi al 2018) ora solo il 40% è della stessa idea, mentre salgono al 52% quelli sicuri che il governo completerà il suo mandato.
Una chiara richiesta di stabilità.