Oggi possiamo finalmente dire che Carolina Picchio non è morta invano. La giovane si lanciò dal balcone a soli 14 anni nel 2013, dopo che era finito in Rete un video girato mentre subiva alcune molestie sessuali da parte di ragazzi poco più grandi di lei. Migliaia di commenti offensivi a quel filmato, scritti da anonimi, l'avevano spinta a compiere il gesto estremo. Un’esperienza drammatica per la famiglia, che però si è trasformata in una battaglia per impedire che vicende simili potessero accadere di nuovo, lasciando impuniti i responsabili. Il padre, Paolo, e l’ex insegnante di musica della ragazza, la senatrice Elena Ferrara, hanno portato avanti l’idea di una legge contro tutte le forme di cyberbullismo, che finalmente ora vede la luce.

Ci sono voluti tre anni e ben quattro passaggi parlamentari perché la Camera dei Deputati approvasse definitivamente quasi all’unanimità (un solo astenuto) il provvedimento.

I contenuti della legge sul cyberbullismo

Innanzitutto la legge, che per scelta dei proponenti riguarda solo i minori ed è focalizzata sulla prevenzione e la formazione dei ragazzi, dà una definizione compiuta di cyberbullismo, introducendo nel nostro ordinamento la possibilità di violenza anche per via telematica. Così ogni tipologia di vessazione, compresa la diffusione di materiale multimediale online, viene punita. Inoltre le vittime possono chiedere la rimozione dal web e dai social di tutti quei contenuti giudicati offensivi, con la possibilità di un intervento del Garante della privacy nel caso in cui non venga eliminato dagli interessati.

Grande importanza è data, come detto, alla prevenzione di questi comportamenti, affidata alle scuole con corsi di formazione non solo rivolti agli insegnanti, ma anche per gli studenti, finalizzati a sviluppare un uso più consapevole e corretto della Rete. Importante il ruolo del preside, che avrà il compito di dialogare con le famiglie degli studenti coinvolti e prendere i necessari provvedimenti.

Un iter legislativo travagliato

Si è fermamente voluto mantenere un carattere circoscritto alla legge per renderla più efficace e con destinatari specifici. Durante il primo passaggio alla Camera si era deciso di ampliare la sfera d’azione al bullismo in tutte le sue forme. Inoltre erano state introdotte altre modifiche radicali, come l’estensione del provvedimento anche ai maggiorenni.

“Prima di questi stravolgimenti il disegno di legge seguiva una linea apprezzata in Europa, per la capacità di creare sinergie con le aziende interessate e i social network – ha dichiarato la promotrice Elena Ferrara – invece a Montecitorio avevano licenziato un provvedimento snaturato, con aspetti punitivi e censori”. Così il Senato è intervenuto nuovamente per riportare il testo ai contenuti iniziali, allungando i tempi di approvazione. Ma da oggi finalmente Carolina potrà riposare in pace.