Dalle repliche al veleno per le critiche subite al silenzio enigmatico e diplomatico. La metamorfosi di Matteo Renzi nelle ultime 48 ore non è passata inosservata. Dopo le stoccate di Romano Prodi, Walter Veltroni e Dario Franceschini il segretario, nell’immediato post amministrative, è stato tentato più volte di far saltare il tavolo. “Non intendo alimentare il dibattito autoreferenziale pieno di ‘Ci vuole la coalizione, Ci vuole l’Unione bis, ci vuole il caminetto tra correnti’” ha scritto sulla sua pagina Facebook. Un intervento volto quasi a chiudere la porta in faccia ai tanti che pure hanno invocato un’apertura sincera per il futuro.

Il post pubblicato ha fatto registrare quasi cinquemila commenti tra i quali non spiccano solo polemiche ma anche largo consenso. È proprio questa la contraddizione attuale del Pd: Matteo Renzi continua ad essere tanto popolare tra i tesserati al partito, quanto osteggiato dagli ex dirigenti. In attesa che la tempesta possa desistere, intanto, il segretario ha mollato i Social lasciando ai suoi fedelissimi il compito di serrare le fila. In soccorso di Renzi a sorpresa è intervenuto anche il governatore della Puglia, Michele Emiliano: “Prima Franceschini era con Renzi, ora lo critica perché ha perso”.