Vertice sulle politiche di contenimento dei flussi migratori dall’Africa lunedì 28 agosto all’Eliseo tra il premier italiano Paolo Gentiloni, lo spagnolo Mariano Rajoy, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il padrone di casa Emmanuel Macron. Presente anche l’alto rappresentante della Politica estera europea Federica Mogherini, il capo del governo libico ufficialmente riconosciuto dall’ONU, Fayez Al Sarraj ed i leader dei tre grandi Stati del Sahara centrale, cioè Niger, Ciad e Mali.

E’ evidente che la presenza del solo Al Sarraj e la conseguente esclusione del suo opponente cirenaico, il generale Haftar, costituisce un punto a favore per l’Italia, che ha sempre sposato una linea privilegiata con il leader di Tripoli.

Rappresenta altresì un arretramento della politica del Presidente francese Macron che solo un mese fa all’Eliseo aveva posto sullo stesso piano Al Sarraj e Haftar, proclamando mediaticamente di aver fatto loro raggiungere un inesistente accordo per la normalizzazione della situazione in libia.

La super attività del ministro Minniti

L’Italia si presenta con i risultati del piano Minniti, illustrato a Tallin il 6 luglio scorso e approvato dai capi di governo UE, che ha prodotto il crollo degli sbarchi - scesi ad agosto a soli 3000 arrivi, rispetto ai 21000 dello stesso mese del 2016 – e, soprattutto, delle morti in mare.

Al piano Minniti è seguito il decisivo accordo (intervenuto proprio il giorno dopo l’esposizione mediatica di Macron tra i due leader libici) tra Gentiloni e Al Serraj, di collaborazione tra la guardia costiera libica e la marina militare italiana, in funzione di contenimento delle migrazioni clandestine.

Il ministro dell’interno italiano, nell’imminenza del vertice, ha inoltre perfezionato un ulteriore accordo con quattordici sindaci libici, che si sono impegnati ad agire contro gli scafisti già nel proprio territorio di riferimento, in cambio di aiuti economici e materiali (medicinali e testi scolastici).

Cosa si deciderà a Parigi

Nell’imminenza del vertice, sono confortanti per l’Italia le dichiarazioni della cancelliera Angela Merkel a un settimanale tedesco, ove si auspica il superamento dell’accordo di Dublino (che pone a carico dello Stato UE di sbarco del richiedente asilo, l’intero onere della sua accoglienza) e una distribuzione solidale dei profughi.

Il vertice di Parigi si concluderà con la sottoscrizione di un documento dei quattro leader europei e dell’Alto rappresentante UE dove si approveranno le misure prese dall’Italia con il “pacchetto Minniti” e, in particolare, la stesura del codice di comportamento per le ong in materia di salvataggi in mare. Alle stesse ong sarà esplicitamente chiesto di sottoscriverlo e di rispettarlo.

La presenza dei leader di Niger e Ciad (confinanti con la Libia meridionale) e del Mali (sul cui territorio passa un tratto della “via dei migranti” dell’Africa occidentale) sarà necessaria per definire un quadro operativo che alleggerisca la Libia stessa del carico terminale dei flussi migratori. Sembra che ciò sia stato richiesto proprio dal governo di Tripoli che, non controllando le frontiere meridionali del paese, potrebbe rischiare di trasformarsi in un enorme campo di rifugiati, impedendo gli imbarchi per l’Europa.

La linea che si intende adottare con gli Stati sahariani è la stessa già intrapresa nei confronti della Libia: aiuti economici in cambio di controllo dei flussi, a cui si aggiunge l’assistenza ai rimpatri. In proposito, la Farnesina ha comunicato che l’Italia sta già sostenendo economicamente il Niger con un contributo di 50 milioni di euro e il Ciad con 10 milioni. In Mali è presente un nucleo consistente di militari francesi che hanno operato, in passato, contro gli oppositori del governo ufficiale e che potrebbero presidiare alcuni punti nevralgici della via dei migranti. Insomma, ci sono tutti i presupposti che si ponga un altro tassello per il contenimento di un fenomeno – quello dei migranti dal continente africano – che ha già raggiunto dimensioni epocali.