Con l'avvicinarsi della nuova tornata elettorale, il clima politico di propaganda comincia a farsi sempre più incandescente. Anche in quest'occasione particolarmente rovente è il terreno dell'elettorato scolastico, ampio bacino di voti a cui i principali partiti stanno da diverse settimane strizzando l'occhio. In prima linea il PD reduce di una riforma largamente contestata che tenta di aggiustare il tiro in vista della prossima legislatura, dall'altra i 5 Stelle che hanno fatto dell’opposizione al PD e alle politiche da esso effettuate il manifesto del proprio programma elettorale.

Renzi contro i 5 stelle: vogliono licenziare i neoassunti

Nei giorni scorsi infatti il profilo Facebook di Matteo Renzi ha tuonato contro il programma di riforma scolastica annunciato dai 5 stelle: “132mila insegnanti precari che noi abbiamo assunto tornerebbero a fare i precari” ha detto il segretario del PD commentando Il programma politico del movimento sul fronte Scuola. In vista delle prossime elezioni Matteo Renzi non arretra sulla scuola e anzi attacca e rivendica i “meriti” del suo governo: la difesa della carta docente, il bonus da €500 per l'autoformazione etichettato dagli avversari politici come una mancia elettorale (sul cui mantenimento in futuro però non si sa nulla, visto che il suo rinnovo sarebbe condizionato ad una preventiva valutazione), una serie di cifre che ricordano i soldi stanziati per l'edilizia scolastica (10 miliardi) e per la scuola dell'infanzia 0-6 (700 milioni), senza dimenticare la Scuola digitale e l'alternanza scuola lavoro, a dispetto di ogni critica.

Secondo Renzi, con i cinque stelle tutto questo sarebbe smantellato: del resto uno dei punti cardine del programma dei pentastellati è proprio l'abolizione della Buona Scuola. Inoltre l'ex premier critica fortemente le coperture che il movimento appoggiato da Grillo avrebbe individuato per tale manovra: “solo per coprire altre proposte come reddito di cittadinanza e pensioni - afferma Renzi - occorrono quasi 100 miliardi di euro.

Ma davvero pensano che nessuno sappia fare due conti?”. Renzi ha inoltre ammesso la responsabilità dell’'algoritmo impazzito per i docenti del meridione sbattuti lontano da casa, rimarcando che però nessuno ha mai fatto tanto per la scuola e che cancellare la riforma con un colpo di spugna sarebbe una mossa dannosa per la scuola e per l'Italia.

La replica del M5S

Da parte del Movimento la replica non è tardata ad arrivare attraverso un comunicato di Silvia Chimienti, esponente di primo piano per le tematiche legate alla scuola. “Il Movimento 5 Stelle non intende licenziare nessuno dei nuovi assunti” ha commentato la deputata, prima di rispondere nel merito. Le assunzioni tanto sbandierate da Renzi - scrive Chimienti - sarebbero un atto dovuto, giunto tra l’altro con significativo ritardo e per mezzo di un piano di inserimento “scriteriato” che ha costretto i precari storici a fare da tappabuchi a centinaia di km da casa per colpa di un algoritmo fuori controllo. In risposta ai “danni” causati da lui e dal suo partito il Movimento smentisce qualsiasi licenziamento, e annuncia un piano di assunzioni ponderato sul reale fabbisogno degli istituti scolastici.