Oggi, il presidente della Turchia Erdogan ha partecipato ad una visita a Roma, nella quale ha affrontato diverse tematiche molto importanti dal punto di vista geopolitico e militare. In primo luogo, egli ha portato avanti delle discussioni molto rilevanti in materia di alleanze e affari economici. Secondo alcuni analisti, comunque, ha cercato di nascondere i lati oscuri del suo esecutivo come le “purghe” contro i giornalisti dissidenti e gli attacchi militari contro le milizie curde in territorio siriano. Secondo vari politologi, questo statista è riuscito ad acquistare un certo potere negli ultimi tempi grazie ad alcune scelte decisamente azzeccate, come l’alleanza con la Russia, la volontà di difendere la causa di Gerusalemme e la protezione delle frontiere europee ad est contro l’arrivo di immigrati e clandestini.
Incontri con il Pontefice e Sergio Mattarella
Secondo le ultime indiscrezioni, circa 3500 poliziotti hanno cercato di proteggerlo durante la sua visita ufficiale nella Capitale. Inoltre, ha avuto un incontro con Papa Francesco e successivamente con il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Inoltre, ha presenziato a un’udienza con il cardinale Pietro Parolin, con il quale ha affrontato una serie di tematiche molto rilevanti, come la pacificazione della Terrasanta, la guerra in Siria e infine lo spinoso nodo del rispetto dei diritti umani. Erdogan ha anche partecipato ad un’importante intervista con il direttore della Stampa, Maurizio Molinari. In quest’ultima ha rilevato moltissimi dettagli in merito alla sua Politica e alle sue ambizioni.
In particolare, egli ha sottolineato di essere intenzionato a porre fine ai recenti problemi scatenati da Donald Trump dopo la decisione di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme. Infine, ha ribadito che quest’ultima può considerarsi una vera e propria città santa, la quale deve essere condivisa da due stati (Israele e Palestina) per garantire la pace nel Medio Oriente.
Lo spettro degli attacchi contro i curdi in Siria
Erdogan ha anche affrontato delle decisive e importanti discussioni in materia d’economia e geopolitica con il presidente della Repubblica Mattarella e il primo Ministro Paolo Gentiloni. In particolare, egli ha ribadito l’intenzione di fermare i flussi di clandestini provenienti dai Balcani e di controllare l’arrivo dei migranti dalla Libia.
Successivamente, egli ha ammesso che i recenti attacchi ai curdi in Siria non sono da considerarsi degli atti di guerra, in quanto rappresentano delle tappe fondamentali per la strategia di lotta contro il Terrorismo Islamico. Inoltre, è perfettamente consapevole che a Roma si sono tenute diverse manifestazioni contro di lui. Tuttavia, non è sembrato affatto preoccupato da ciò ed ha ufficialmente dichiarato in merito ai suoi oppositori: “Non mi rivolgo a chi sostiene il terrorismo, ma a chi lo combatte”. Nel frattempo, una minoranza curda residente in Italia ha scatenato una grande protesta contro il leader turco. In particolare, quest’ultima lo ha definito un personaggio sanguinario e violento, il quale ha ucciso numerosi civili curdi innocenti in territorio siriano. Infine, questo gruppo ha ribadito l’importanza delle milizie curde dell’Ypg nella lotta contro lo Stato Islamico.