Che succede ai 5 Stelle? Le prove tecniche di governo stanno incontrando qualche ostacolo, anche se il Movimento sembra inossidabile a qualsiasi critica, con una base elettorale che, soprattutto sul web, fa scudo ad attacchi e addebiti. Luigi Di Maio sale al Quirinale sperando di farsi ricevere dal presidente Sergio Mattarella per presentargli la sua squadra di governo in pectore e sondare il gradimento del capo dello Stato. A ricevere il leader del M5S è però il segretario generale del Colle, Ugo Zampetti. Un gesto, quello del candidato grillino, considerato da molti irrituale e inopportuno, che svela il tentativo di accreditarsi come forza responsabile e governativa, nonostante una lunga serie di “incidenti” che sta costellando la fase finale della campagna elettorale.

Il problema del mancato controllo nelle liste e gli “impresentabili”

Dalle liste del M5S ogni giorno spuntano nuovi “impresentabili”: massoni, taroccatori di rimborsi, inquilini di case popolari a sette euro al mese. La risposta di Di Maio non si fa attendere: incompatibilità con il Movimento per chiunque non rispetti le regole, in pratica una sorta di espulsione. Insomma, ribadiscono i pentastellati, rimaniamo noi il 'partito degli onesti'.

Tuttavia nessuno di questi 'impresentabili' ha mai smesso di essere ufficialmente candidato. Dopo aver tentato di sostituire nelle liste personaggi come Emanuele Dessì (fotografato mentre ballava con Domenico Spada dell'omonimo clan malavitoso di Ostia e residente in una casa popolare con affitto pari a sette euro al mese), i massoni Vitiello, Azzerboni e Landi, i revocatori di bonifici come Giulia Sarti (che ha dato la colpa all'ex fidanzato) o Carlo Martelli, Andrea Cecconi e molti altri, Di Maio garantisce che, all'indomani del voto del 4 marzo, se eletti, questi personaggi scomodi li farà dimettere.

Nonostante le buone intenzioni del candidato premier dei 5Stelle, non sarà semplice far uscire da Camera e Senato gli 'impresentabili': le loro dimissioni comporterebbero, infatti, la necessità di una nuova elezione entro 90 giorni, con altre rilevanti spese per tornare a votare. Più facile che restino.

'Una delle nostre eccellenze' indagato per riciclaggio

Altre difficoltà giugono dalla Basilicata dove è candidato, all'uninominale della Camera, il presidente del Potenza Calcio Salvatore Caiata indagato, da oltre un anno, per riciclaggio. Luigi Di Maio, che pure lo aveva scelto personalmente definendolo 'una delle nostre eccellenze', interviene per prendere le distanze e dichiarare Caiata fuori dal Movimento, poiché «sapeva dell'indagine ma ha taciuto».

Anche Caiata, però, resta nelle liste che, come stabilisce il regolamento per le elezioni, gli elenchi dei canditati infatti possono essere modificati solo prima della consegna degli stessi elenchi alla Corte d'Appello. Troppo tardi, insomma.

Le spese pazze

Andando a spulciare sul sito TiRendiconto.it, emerge che alcuni parlamentari del M5S avrebbero presentato richieste di rimborso spese particolarmente esose anche ad agosto, quando le Camere sono chiuse. C'è stato chi si è fatto ripagare l'albergo per ben 7mila euro. Smascherato dal settimanale Panorama, Alessandro Di Battista ha ammesso di aver usato i rimborsi della Camera, destinati ai soggiorni e al lavoro da parlamentare a Roma (dove Di Battista peraltro risiede), per fare campagna elettorale per le regionali in Sicilia.

Nello specifico, nel mese di agosto 2017, "Dibba" ha speso 1.021 euro per 'trasporti' e 2.200 per 'attività sul territorio'. In tutto 3.221 euro che sommati ai 2.900 euro spesi da Luigi Di Maio, fanno 6.121 euro pagati dai cittadini per la campagna elettorale di Cancellieri e del M5S in Sicilia.

Il caso De Falco

Imbarazzo suscita anche la denuncia che ha investito il capitano di fregata Gregorio De Falco, noto per aver intimato a Francesco Schettino di risalire a bordo della Costa Concordia la notte del 13 gennaio 2012, e candidato con il M5S. L'uomo è stato, infatti, accusato dalla moglie di aggressione nei suoi confronti e in quelli della figlia appena maggiorenne. Il capo politico del Movimento 5 Stelle ha chiesto alla moglie di De Falco di inoltrargli la denuncia «in modo che possiamo verificare se c'è stato un caso di aggressione».

Una richiesta borderline, poiché valica i diritti di privacy, ma soprattutto quel che è stato fatto notare a Di Maio è la mancata sensibilità nei confronti della donna e della ragazza, per le quali non ha speso una parola di solidarietà. La moglie ha poi ritrattato le accuse affermando "mai detto che mio marito mi ha aggredita".

Cadono neve e municipi

Intanto a Roma, nella roccaforte della candidata presidente alle Regionali del Lazio Roberta Lombardi, cade non solo la neve che manda in tilt traffico, uffici e servizi, ma anche la presidente del municipio III, la grillina Roberta Capoccioni. Dopo il passaggio di quattro consiglieri pentastellati nelle fila delle opposizioni, il consiglio municipale vota la sfiducia mettendo la parola fine a un'esperienza di governo iniziata appena un anno e mezzo fa in un territorio grande quanto la città di Bologna e con circa 230mila abitanti.

Una tegola caduta a pochi giorni dalle elezioni e che investe in pieno sia la corsa della Lombardi verso la Pisana ma anche il governo della città guidato da Virginia Raggi. Un caso niente affatto isolato al municipio di Montesacro. Già un anno fa, il grillino Paolo Pace gettò la spugna e abbandonò la fascia bicolore del municipio della Garbatella, l'VIII, “per insanabili conflitti interni”.