Uno dei capisaldi del movimento 5 stelle, a partire dalla sua fondazione e ancor di più nella scorsa campagna elettorale da parte del leader politico Luigi Di Maio, consiste nella necessità di tagliare gli sprechi della politica, a partire dai tanto discussi vitalizi. Anche il presidente della Camera, Roberto Fico, nel discorso immediatamente successivo alla sua elezione ha voluto rimarcare questo concetto.

Sicuramente, per il partito di Beppe Grillo, la strada da percorrere non sarà facile, e già in questi giorni si stanno palesando una serie di difficoltà nel formare una maggioranza che possa chiedere la fiducia alle Camere per un governo, figurarsi per tagliare gli sprechi.

Infatti la legislatura numero XVIII, quella appena nata e col più alto ricambio di parlamentari, ha avuto come logica conseguenza anche il più alto numero di deputati e senatori fuoriusciti. E a questi "disoccupati" della politica spetta una cifra niente male come buonuscita.

"Assegno per il reinserimento nella vita lavorativa"

"Assegno per il reinserimento nella vita lavorativa", è questo il nome della buonuscita per gli ormai "ex", a cui spetta una cifra complessiva di oltre 26 milioni di euro. La somma fa riferimento ai circa 780 euro netti al mese versati direttamente dai parlamentari, che vanno a finire nel fondo di solidarietà autonomo. Questo denaro viene trattenuto dalla busta paga di oltre diecimila euro lordi, e può essere richiesto quando si desidera oppure accumulato, ma ad ogni modo si tratta pur sempre di soldi pubblici.

Inoltre molti parlamentari che lasciano le stanze del potere, lo fanno quando ormai sono già in età da pensione.

Una cifra di tutto rispetto quella che spetta agli ormai ex deputati e senatori. Circa 45.000 euro per chi è stato in Parlamento solo per i 5 anni della scorsa legislatura, che inevitabilmente lievita per chi è stato impegnato, invece, in un numero più ampio di legislature.

I nomi di coloro che riceveranno la buonuscita sono piuttosto altisonanti e, tra l'altro, di tutto rispetto.

Da Bindi a Verdini

Numerosi, come detto, i deputati che, per volontà propria o meno, hanno lasciato le Camere. Alcuni sono nomi che siamo abituati a sentire da decenni, molti dei quali legati al Partito Democratico. Un esempio è sicuramente Rosy Bindi, in Parlamento dal 1994, che avrebbe accumulato circa 270.000 euro di tfr.

Invece 315.000 euro spetterebbero a Carlo Giovanardi che, di anni in Parlamento, ne ha totalizzati 35. Ma non solo i soli, basti ricordare altri ex ministri quali: Vannino Chiti, Angelino Alfano, Beppe Fioroni, Anna Finocchiaro, fino ad arrivare a Denis Verdini, che dovrebbe intascare circa 190.000 euro.

Anche uno dei volti più noti del Movimento 5 Stelle, Alessandro Di Battista, non siederà più alla Camera. A lui dovrebbero andare 45.000 euro. Chissà se anche questi verranno restituiti.