Dopo il voto del 4 marzo il paese vive in stand by, per la mancanza dei numeri per governare dei due schieramenti risultati vincenti alle elezioni 2018. La parola decisiva spetta al Presidente Mattarella, ma l'instabilità sembra essere nel destino del paese, perché ottenere l'appoggio di un alleato, significa che appena ci sarà un dissidio, il governo potrebbe traballare. A parte questo ci sono i programmi dei due schieramenti, da considerare attentamente per valutare cosa ci aspetta nel futuro.
Salvini o Di Maio futuro premier?
Matteo Salvini ha manifestato la sua intenzione di governare con gli alleati della coalizione del centrodestra, come da accordi pre-elettorali, ma non ha i numeri per farlo.
Lo stesso si può dire di Luigi Di Maio che è il leader del primo partito del paese, che potrebbe ottenere a sua volta l'incarico di un mandato esplorativo da Mattarella, e a tal fine si è detto aperto ad appoggi esterni. I due partiti hanno molto in comune in fatto di programmi, potrebbe pure palesarsi un futuro con un governo di entrambi, per il bene del paese si dovrà provare a fare qualcosa di nuovo e mettere da parte le ostilità.
Dopo le dimissioni di Matteo Renzi si è paventata una possibile soluzione, di un accordo con il Pd, di uno dei due schieramenti, ma il Dem non è intenzionato a scendere a Patti con i pentastellati. Il programma dei Cinque stelle è in contrasto con la politica del Pd del passato, mentre tra Lega e Cinque stelle si possono riscontrare molti punti condivisibili, sulle decisioni da prendere per il futuro del paese, nonostante le apparenze, infatti, le loro idee sono molto più vicine.
Punti in comune e divergenze
I punti in comune fra le due realtà politiche sono molte. Nati come partiti anti-europeisti, anche se poi hanno smussato questo aspetto, entrambi puntano ad ottenere l'abbattimento del vincolo europeo del 3% nel rapporto tra deficit e Pil. Questo non è il solo punto dei loro programmi in comune, condivisa dai due partiti è anche la volontà di abrogare la riforma pensionistica della Fornero e il Jobs act.
E pure sull'immigrazione a differenza di quanto potrebbe sembrare a primo acchito, le intenzioni di governo sono molto simili.
La Lega per risolvere il problema immigrazione, punta sul potenziamento dei Cie (Centri di identificazione ed espulsione) ed una politica di accordi per frenare i flussi. Mentre il Movimento cinque stelle intende interpellare l'Europa, in vista di una responsabilità condivisa, richiedendo l'aumento dei fondi alla cooperazione e lo stop alla vendita di armi ai paesi di provenienza.
Quello che non condividono i due partiti sono, invece, le scelte su fisco e welfare. Il centrodestra ha puntato in campagna elettorale sulla flat tax, tassa fissa del 15% su tutti i redditi, mentre i Cinque stelle sono per soluzioni di tassazione con criteri di progressività, e sul welfare propongono il reddito di cittadinanza, che li vede in totale contrasto con i leghisti. I Cinque stelle sono inoltre per l'abolizione della riforma della "Buona scuola", uno dei tanti motivi che rendono assai difficile trovare un accordo con il Dem. Molti angoli andranno smussati per arrivare ad un governo che offra stabilità al nostro paese, cosa succederà? Un primo esame per l'inizio dei futuri orientamenti, sarà la scelta dei presidenti delle due Camere, si avrà un'idea di possibili alleanze.