Mentre nel Partito Democratico i fedelissimi renziani hanno scatenato la rivolta per la possibile apertura al Movimento5Stelle annunciata dal segretario reggente Maurizio Martina, c’è chi come Michele Emiliano non vede l’ora che si concretizzi il lavoro di Roberto Fico. La consultazione tra il presidente della Camera e i vertici democratici hanno aperto una breccia importante, in attesa che la Direzione nazionale si esprima definitivamente sul potenziale accordo. Emiliano è convinto che un esecutivo a guida Cinquestelle imprimerebbe una svolta decisiva al Paese, sotto la regia di un PD che fungerebbe così da punto di riferimento indispensabile.

Nonostante sia stato un avversario di Matteo Renzi alle ultime primarie per la segreteria nazionale, il governatore della Puglia ha chiarito in un’intervista a Vanity Fair di essere fermamente contrario a un suo allontanamento. Anzi, secondo Emiliano dovrebbe essere proprio Renzi a farsi carico di chiudere l’accordo con il M5S. “Se dovesse farlo risorgerebbe dalle sue ceneri - ha sottolineato - e riavrebbe un ruolo politico”. Un pensiero che tuttavia si chiude con un “lui le sbaglia tutte”, come a voler dire che i margini per un ravvedimento del senatore di Scandicci restano minimi. Per ciò che concerne il nome del premier di un governo M5S-PD, Emiliano ha dato il suo personale via libera a Fico e Luigi Di Maio: “Il nome non importa, i singoli nella nuova versione del PD, non contano niente”.