Quando ormai la maggior parte degli addetti ai lavori dava per scontata un’alleanza di governo tra M5S e Lega, i giochi si sono invece clamorosamente riaperti. Ieri, 6 aprile, il leader leghista Matteo salvini ha infatti proposto ufficialmente agli altri due partiti della coalizione di centrodestra (FI e Fd’I) di presentarsi al Quirinale con una delegazione unica al prossimo giro di consultazioni con il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’intenzione di Salvini è quella di mettere nell’angolo il M5S, costringendolo ad accettare un ticket governativo con l’intero centrodestra, Berlusconi compreso.
Un gioco pericoloso, visto che il capo del Carroccio sa benissimo che un governo senza i pentastellati porterebbe il Movimento di Luigi Di Maio oltre il 40% alle prossime elezioni. Lo stesso Di Maio non ha perso tempo a replicare alla mossa leghista. Oggi, 7 aprile, con una intervista al quotidiano Repubblica, notoriamente vicino alle posizioni del Pd, ha proposto ufficialmente ai Dem di andare insieme a Palazzo Chigi.
La proposta di Di Maio al Pd
Messo con le spalle al muro dalla decisione di Salvini di riavvicinarsi a Berlusconi e presentarsi al Colle con una delegazione di centrodestra unita, Luigi Di Maio cerca subito di uscire dall’angolo, rilanciando il gioco delle alleanze con la proposta fatta al Pd.
Nell’intervista pubblicata oggi da Repubblica, il candidato premier pentastellato prova a fare marcia indietro dopo anni in cui M5S e Pd non se le sono mandate certo a dire, con scambi reciproci di durissime accuse politiche e, spesso, anche personali, tra i due leader Renzi e Di Maio. Ma, di fronte alla necessità di formare un governo, il giovane politico campano, pur non negando gli screzi passati, parla di “senso di responsabilità nei confronti del paese” che dovrebbe obbligare entrambe le forze politiche a “sotterrare l’ascia di guerra”.
‘Con Martina si può parlare, convergenze anche con Renzi’
È un Luigi Di Maio deciso a riallacciare i rapporti con il Pd, al fine di disinnescare la bomba di un governo di centrodestra con Berlusconi, quello che si rivolge al segretario reggente, Maurizio Martina, definendolo una “persona con cui si può parlare” e con la quale si potrebbe tenere un “confronto franco”.
Ma un ramoscello di ulivo il leader pentastellato lo porge anche al ‘nemico’ Renzi, il quale avrebbe ammesso lui stesso che la riforma della ‘Buona scuola’ potrebbe essere migliorata e sarebbe quindi disposto, questa l’idea di Di Maio, a smussare le proprie posizioni più dure. Il leader M5S giura anche di non aver mai “posto veti” sull’ex segretario Dem, né di aver mai preteso un Pd “derenzizzato”, ma di aver solo contestato la “linea di chiusura” totale del Nazareno all’indomani del 4 marzo.
‘Lega e Pd non sono sullo stesso piano’
Dopo aver aperto ad un governo sia con la Lega, sia con il Pd al termine del primo giro di consultazioni, Luigi Di Maio, spiazzato dal riavvicinamento tra Salvini e Berlusconi che considera una “scelta di restaurazione e non di rivoluzione”, decide di cambiare tattica.
Alla domanda posta da Repubblica su come si possa mettere sullo stesso piano l’alleanza alternativa a destra o a sinistra, il giovane politico campano risponde deciso di essere consapevole di “parlare a due forze politiche profondamente diverse”.