Siria - Dopo il presunto attacco chimico consumatosi nella città di Douma, si è subito riunito il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Le organizzazioni umanitarie riferiscono che, oltre alle molte vittime (numero non ancora confermato), più di 500 persone sarebbero state trasferite con urgenza nella capitale Damasco, con sintomi da esposizione ad agenti chimici. La situazione è veramente delicata e la tensione sembra destinata ad aumentare nelle ore a venire.

Siria, la Russia al tavolo delle Nazioni Unite

Il rappresentante russo, al tavolo delle Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, ha dichiarato che l'attacco in Siria è stato eccessivamente amplificato e che una reazione americana potrebbe avere "gravi ripercussioni".

Secondo l'emissario russo, i ribelli presenti nella città di Douma avrebbero inscenato l'attacco da soli e gli americani starebbero cercando di infangare il buon nome della Russia. Ha inoltre invitato gli investigatori dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPAC) a volare in Siria il prima possibile, dove le truppe russe li scorteranno sul sito del presunto attacco chimico.

Mosca ribadisce che gli esperti russi, non avrebbero trovato prove di un attacco chimico nella città di Douma. Concludendo il suo discorso, Vassily Nebenzia afferma che i toni contro la Russia sono andati veramente oltre il limite dell'accettabile. Secondo l'inviato russo, nemmeno durante la guerra fredda si erano raggiunti questi livelli, avvertendo ancora una volta gli Stati Uniti di evitare qualsiasi iniziativa militare.

Siria, gli alleati occidentali si muovono

Oltre alle dichiarazioni di Trump, anche quelle del presidente Emmanuel Macron e della premier britannica Theresa May non si sono fatte attendere. I due paesi, alleati da sempre degli Stati Uniti d'America, si sono detti pronti a rispondere con forza, qualora l'attacco si confermasse di tipo chimico.

Già nel febbraio scorso, Emmanuel Macron avvertì che avrebbe attaccato la Siria se ci fossero state prove di un utilizzo di armi chimiche. Il portavoce del presidente francese, nella giornata di martedì, ha dichiarato che "se verrà oltrepassata una linea rossa, ci sarà una risposta", aggiungendo che l'intelligence "ha confermato teoricamente l'utilizzo di armi chimiche".

Tuttavia, rimangono solo dichiarazioni senza dati effettivamente ufficializzati. Le organizzazioni umanitarie che si trovano sul posto affermano che i feriti presentano difficoltà respiratorie, pelle arrossata ed emettono odore di cloro. L'area rimane inaccessibile ed il numero dei morti non può ancora essere verificato.