Trattative governo: Berlusconi blocca l'asse Di Maio-Salvini
23:15 - Si conclude un’intensa giornata Politica che ha visto un nuovo tentativo da parte della Lega di Matteo Salvini di convincere Silvio Berlusconi a fare un passo indietro, favorendo la nascita di un governo Lega-M5S. Il leader di Forza Italia però, è stato irremovibile e ha detto no ad un appoggio esterno ad un esecutivo formato da leghisti e grillini. A questo punto naufraga la possibilità di formare un governo ‘politico’, con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che proverà a formare un governo neutrale.
Questa strada però, appare piuttosto stretta perché sia Lega che M5S hanno già espresso la loro contrarietà ad una soluzione di questo tipo, rendendo di fatto impossibile raggiungere i numeri per la formazione di un governo di tregua. In uno scenario del genere dunque, l’unica opzione resta quella di tornare alle urne, ma resta l’incognita del quando: tornare al voto a luglio significherebbe favorire un’alta astensione, mentre l’ipotesi di votare in autunno metterebbe a rischio il varo del Def. Una situazione molto complicata da risolvere per Sergio Mattarella che già da domani proverà a trovare una soluzione.
22:40 – Renzi: “E’ una situazione difficile e ci vorrebbe responsabilità da parte di tutti, soprattutto da parte di chi ha vinto le elezioni.
M5S e centrodestra stanno giocando con il destino del Paese. Per 63 giorni Di Maio ha detto o io o niente: era giusto che se la giocasse, ma quando noi abbiamo preso il 41% Di Maio ci chiamava in Parlamento ‘abusivi’. Non è lo stesso Di Maio che in campagna elettorale ‘non faremo accordi con nessuno’? Se non è in grado di fare il governo con il centrodestra lo deve dire e deve consentire di permettere di riscrivere le regole della politica.
Di Maio pensa tante cose sulle quali è impossibile trovare un accordo. Questa campagna elettorale è stato il trionfo di promesse irrealizzabili. Sono passate 9 settimane e mezzo e non è successo niente. La flax tax non esiste, non la faranno mai, così come non faranno mai il reddito di cittadinanza e la legge Fornero. Se noi fossimo andati al governo, avremmo perso la faccia.
Gli altri ci avrebbero considerato l’alibi delle loro promesse vuote. Finché non ci sarà un sistema istituzionale diverso, con una legge elettorale come quella dei sindaci, questo Paese non potrà essere governato in modo chiaro. Il PD deve smettere di litigare, il che è già un’impresa: cerchiamo di essere seri, c’è diversità tra i populisti di Lega-M5S e il PD. La formazione di questo governo è una soap-opera. Stiamo vivendo una buffonata, il Rosatellum l’ha votato anche il 5 Stelle. La mia proposta di legge era l’Italicum. Manca un sistema di governance efficace. I 5 Stelle avevano proposto il proporzionale puro, con il Rosetellum hanno avuto qualche seggio in più. Si deve arrivare ad un sistema in cui il primo e il secondo fanno un ballottaggio e poi il primo governa 5 anni.
Direi che tendenzialmente il candidato premier del PD sarà Gentiloni, anche se non voglio tirarlo per la giacchetta. Il PD si deve mettere in moto, deve fare la campagna elettorale, anche se è assurdo farla a ferragosto. La prossima campagna elettorale la dobbiamo fare sulla logica della responsabilità contro le promesse. Stanno raccontando solo barzellette. Di Maio e Salvini si amano, ma le famiglie non sono d’accordo. Di Di Maio mi stupisce la sua capacità di cambiare idea. Io leader del PD? Se io fossi andato da Fazio a dire che era tempo di fare un accordo con i 5S, avrebbero chiamato un’ambulanza. I 5S non sono la nuova sinistra: detto questo, io non correrò alle prossime elezioni".
21.40 – Di Maio: “Sono 65 giorni che ho chiesto ai partiti di firmare un contratto con le forze politiche per fare le cose che servono agli italiani.
Nessuno si è seduto al nostro tavolo: sono stati i giorni in cui abbiamo capito perché i partiti stanno finendo, esisteva sempre un problema interno. Se ne fregano degli italiani. Le abbiamo provate davvero tutte per dare un governo di cambiamento al Paese, abbiamo cercato di dialogare: ho detto a Salvini di fare il governo del cambiamento sganciandosi da Berlusconi. Gli ho anche detto che avrei fatto un passo indietro. Ora si deve tornare a votare. Se voti la Lega, voti un partito che se non ottiene i voti necessari con Berlusconi e la Meloni, rende inutili i suoi voti. Ho smesso di sperare che ci possa essere una svolta con le Lega, potevamo fare qualcosa di positivo: non hanno voluto. Ora se dovessero esserci delle novità, devono andare dal Presidente della Repubblica che finora è stato fin troppo paziente.
Se il PD è ancora Renzi, come ha dimostrato, io vi dico che con il PD non voglio avere più nulla a che fare. A che serve votare il PD: non può stare all’opposizione perché non risolverebbe il problema degli italiani, e non vuole stare al governo. Ieri abbiamo riunito l’assemblea e ho detto a tutti che abbiamo fatto il massimo, provandoci sia con la Lega che con il PD, adesso dobbiamo chiedere agli italiani chi deve governare il Paese e i 2/3 dei deputati e senatori che sono arrivati per la prima volta in Parlamento, mi hanno detto di tornare alle elezioni. Mattarella? L’Italia è fortunata ad avere un Presidente come Mattarella. Il voto in estate? Ci tengo a dire che nel 2018 dobbiamo scongiurare l'aumento dell'Iva, questo lo si deve fare nella legge di bilancio.
Luglio è un problema, ma qualunque sarà il governo, noi chiederemo un governo per andare a votare a giugno e chiudere la partita. Non siamo disposti a votare un governo tecnico, ma non vedo altre alternative se non quella di andare al voto.Perché dico no al governo neutro? Un governo non può essere mai neutrale, sarà necessario affrontare delle scelte e ci saranno persone che non sono state elette, non sono in sintonia con il Paese. Credo che molti elettori del PD penseranno seriamente di non votare i dem, allo stesso modo devo dire che Salvini ha preferito gli interessi di coalizione a quelli del Paese. Noi potremo finalmente avere i numeri per governare il Paese. Una legge elettorale servirebbe, ma ora non ci sono le condizioni per farla.
Sull’Europa e sull’Euro vi dico che vogliamo restare nell’Unione Europea e monetaria. Se non ci permettono di modificare determinati trattati, è chiaro che si vadano a chiedere altre richieste di democrazia diretta come il referendum. Ormai sono superati gli steccati idiologici, ora conta fare le cose per gli italiani".
21:20 - Importanti novità nel panorama politico, con Silvio Berlusconi che ha ufficialmente chiuso alla possibilità di fare un passo indietro e garantire l'appoggio esterno ad un governo formato da M5S e Lega. Matteo Renzi invece ha annunciato che il candidato premier del PD alle prossime elezioni sarà Paolo Gentiloni.
20:45 - In queste ore il pressing della Lega nei confronti di Silvio Berlusconi, finalizzato a convincerlo ad accettare un passo indietro, favorendo un governo Lega-M5S, continua ad essere molto forte, ma per ora il Cavaliere non sembra cedere e resta fermo sulle sue posizioni.
All’interno di Forza Italia però, esiste un’ala che inizia ad aprire alla possibilità di accettare un passo indietro del proprio leader, con un obiettivo ben preciso: quello di scongiurare il rischio di tornare ad elezioni anticipate che, con ogni probabilità, rischierebbero di condannare FI all’irrilevanza politica. In caso di ritorno immediato alle urne infatti, le possibilità che la Lega vada ad erodere molti voti forzisti, affermandosi con maggiore forza nella coalizione di centrodestra, rappresenta uno scenario davvero plausibile.
20:15 - Mentre lo scontro tra Lega e Forza Italia si fa sempre più forte, con il Capogruppo al Senato del Carroccio, Giancarlo Giorgetti, che ha invitato Silvio Berlusconi a fare un passo indietro, all’interno di Forza Italia si continua a riflettere sulle prossime mosse da compiere: cedere al pressing della Lega o continuare a ribadire il no alla proposta di Matteo Salvini e di Luigi Di Maio?Nel frattempo si continua a discutere sulla possibile data nella quale il Paese potrebbe tornare alle urne: il governo neutrale proposto da Mattarella infatti, non sembra poter contare sui voti necessari per nascere e dunque l’opzione di tornare subito al voto sembra la più praticabile.
La prima data utile però sarebbe quella del 22 luglio, in piena estate, in condizioni che rischierebbero di favorire l’astensionismo. In uno scenario del genere dunque, il Movimento 5 Stelle, per bocca di Luigi Di Maio, avrebbe avanzato una proposta a sorpresa: chiedere un decreto per tornare al voto nel mese di giugno.
19:30 - Dopo le parole di Giancarlo Giorgetti che ha di fatto invitato apertamente Silvio Berlusconi a fare un passo indietro, consentendo la nascita di un governo Lega-Movimento 5 Stelle, è arrivata la netta chiusura da parte di Forza Italia che attraverso le dichiarazioni del Capogruppo alla Camera Gelmini, ha rispedito al mittente la proposta avanzata dal Carroccio. In realtà però, quelle che si stanno vivendo sarebbero ore di riflessione da parte di Silvio Berlusconi: molti all’interno di Forza Italia infatti, temono il ritorno alle urne in quanto ritengono che possa portare ad un’erosione di voti davvero importante della Lega nei confronti del partito del Cavaliere.
Per questo motivo, in queste ore la posizione di Forza Italia non appare più monolitica come sembra essere fino a ieri: anche tra alcuni consiglieri di Berlusconi infatti, si starebbe facendo largo l’ipotesi di un clamoroso lasciapassare di Forza Italia ad un governo targato Lega-M5S.
18:15 - In questi giorni appare ferma la volontà da parte di Lega e Movimento 5 Stelle di non favorire la nascita di alcun governo per andare ad elezioni immediate. Dietro a questa volontà palesata più volte dai due schieramenti, ci sarebbe due obiettivi precisi:
- Il primo è quello di tornare al voto al più presto possibile per fare il pieno di consensi, sfruttando la fiducia che molti elettori nutrono ancora nei confronti di Lega e Movimento 5 Stelle.
- Il secondo è quello di non consentire a Forza Italia e al Partito Democratico di riorganizzarsi per andare ad erodere il bacino di voti che continua ad essere presente nelle forze politiche che sono uscite sconfitte dalle elezioni del 4 marzo. Così facendo dunque, leghisti e grillini vogliono riuscirebbero a rendere pressoché irrilevanti FI e PD.
18:00 - Mentre cala il gelo tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi - con le parole di Giorgetti che hanno aperto una frattura tra Lega e FI - Sergio Mattarella è al lavoro per far nascere il nuovo esecutivo ‘neutrale’ che, nelle intenzioni del Capo dello Stato, dovrebbe traghettare il Paese fino alle prossime elezioni politiche nel 2019.
Al momento però, le possibilità che questo governo possa ottenere la fiducia in Parlamento sono piuttosto poco ed anzi, con ogni probabilità, l’esecutivo di responsabilità nazionale sarà bocciato, portando il Paese verso le prossime elezioni. A quel punto, la palla passerebbe nuovamente a Sergio Mattarella che dovrebbe decidere quando l’Italia dovrà tornare al voto. La data utile più vicina è quella del 22 luglio, ma uno scenario del genere preoccupa e non poco il Capo dello Stato: gli italiani infatti sarebbero chiamati ad esprimere il proprio voto in piena estate, con il rischio concreto di un’altissima astensione. L’alternativa sarebbe quella di tornare alle urne in autunno, ma in quel caso a pesare ci sarebbe la spada di Damocle del def, con il rischio di non ratificarlo in tempo per evitare l’aumento dell’Iva. Insomma la matassa che Mattarella è chiamato a dipanare appare piuttosto complicata: un rebus di difficile risoluzione, nel quale ogni soluzione sembra essere poco percorribile.
17:25 - Dalle parti di Forza Italia ci sarebbe forte risentimento per le esternazioni provenienti da Salvini e, soprattutto da Giorgetti. In casa forzista infatti non si attendevano una presa di posizione così forte da parte del Carroccio, con un chiaro invito a Silvio Berlusconi a farsi da parte per favorire la nascita del governo Lega-M5S. Oltre al fastidio, ci sarebbe anche il sospetto che la Lega stia provando a forzare la mano al Cavaliere, nella speranza che possa appoggiare il cosiddetto governo neutrale. In tal caso infatti, il partito di Matteo Salvini avrebbe servita su un piatto d’argento l’occasione per rompere con Forza Italia, accusando di ‘tradimento’ Berlusconi, salvo poi formare il governo con Di Maio. Nella giornata di ieri infatti, Sergio Mattarella aveva sottolineato come, nel caso in cui il governo di responsabilità avesse ricevuto la fiducia, si sarebbe dimesso nel momento in cui avesse riscontrato la presenza di un’alleanza in grado di far nascere un governo. In tal caso dunque, Lega e M5S sarebbero pronte a salire a Palazzo Chigi, dando vita a quel governo del cambiamento che finora è stato reso impossibile solo e soltanto dalla presenza di Silvio Berlusconi e dal suo fermo no alla possibilità di farsi da parte.
16:30 - Dalle parti di Forza Italia ci sarebbe forte risentimento per le esternazioni provenienti da Salvini e, soprattutto da Giorgetti. In casa forzista infatti non si attendevano una presa di posizione così forte da parte del Carroccio, con un chiaro invito a Silvio Berlusconi a farsi da parte per favorire la nascita del governo Lega-M5S. Oltre al fastidio, c'è anche il sospetto che la Lega stia provando a forzare la mano al Cavaliere, nella speranza che possa appoggiare il cosiddetto governo neutrale
16:25 - Nelle ultime ore si stanno registrando due strategie contrapposte, ma allo stesso tempo complementari, tra Lega e M5S. Entrambe le forze politiche infatti hanno di fatto compreso come nel giro di poche settimane si tornerà al voto e dunque, sono entrate in modalità ‘campagna elettorale’. Il Carroccio ha iniziato mettendo in chiaro i rapporti di forza con Silvio Berlusconi, sottolineando come in caso di appoggio di FI ad un governo di tregua, arriverebbe la fine della coalizione di centrodestra. Fine dell’alleanza che di fatto potrebbe avvenire già dopo le prossime elezioni politiche, con la Lega che ha un obiettivo ben preciso, vale a dire quello di prosciugare il bacino di voti di Forza Italia, diventando l’unico punto di riferimento del centrodestra italiano. Dall’altra parte invece, il M5S ha ben chiaro in mente quale sarà la strada da seguire in campagna elettorale: ossia quella di erodere ulteriore consenso al PD, avvicinandosi al 40% dei consensi. In tal modo dunque, leghisti e grillini stanno apparecchiando la tavola per la prossima legislatura. Con ogni probabilità infatti, si andrà a votare con la medesima legge elettorale e per questo motivo, Lega e Movimento 5 Stelle potrebbero essere costretti ad allearsi, dando vita a quel governo del cambiamento che finora non sono riusciti a realizzare.
15:25 – A conferma del possibile strappo tra Lega e Forza Italia, arrivano le parole di Giancarlo Giorgetti, capogruppo al Senato del Carroccio e braccio destro di Matteo Salvini: “Se Berlusconi dovesse sostenere un governo del Presidente, questo significherebbe la fine dell’alleanza tra Lega e Forza Italia. A Silvio chiediamo un gesto di responsabilità, favorendo la nascita di un governo politico con il M5S”.
14:50 - Dunque da parte di Forza Italia è prontamente arrivato un secco no alla richiesta di Matteo Salvini e della Lega nei confronti di Silvio Berlusconi, di rendersi protagonista di un gesto di responsabilità, facendo un passo indietro, in modo da consentire la nascita di un governo politico. Il leader della Lega guarda con sospetto alla possibilità che il Cavaliere possa decidere in extremis di dare il suo appoggio al governo proposto da Mattarella e dunque, prende l’iniziativa e lancia un ultimatum a Forza Italia, ben consapevole del fatto che FI non potrà mai accettare di fare un passo indietro che di fatto sancirebbe il mancato riconoscimento del suo ruolo politico e istituzionale. A questo punto dunque, la partita all’interno della coalizione di centrodestra si è trasformata in una partita a scacchi, con mossa e contromossa da parte dei leader dei due schieramenti che stanno provando a rimpallarsi il ‘cerino’ della responsabilità di non formare un esecutivo. In realtà però, né Matteo Salvini, né Silvio Berlusconi, voglio rompere l’alleanza e questo, per un motivo molto semplice: non converrebbe farlo né alla Lega né a Forza Italia. Il Carroccio finirebbe per fare il junior partner in un governo a guida 5S, mentre il partito del Cavaliere rischierebbe di decretare la sua fine politica, con il rischio di cadere nell’anonimato.
14:00 - Dunque in queste ore è arrivata la pubblica richiesta da parte della Lega nei confronti di Silvio Berlusconi, con l'invito nei confronti del Cavaliere a fare un passo indietro per consentire la formazione di un governo politico tra il Carroccio ed il M5S. Da parte di Forza Italia, la proposta di farsi da parte è stata definita 'irricevibile' da parte di Maria Stella Gelmini - capogruppo di FI alla Camera - la quale ha dichiarato: "Chiedere a Forza Italia di dare l’appoggio esterno mi sembra una domanda mal posta che non può che avere una risposta negativa". La capogruppo alla Camera di FI ha pero escluso l'appoggio al governo neutrale proposto da Mattarella.
13:40 - Sono ore di fibrillazione all'interno della coalizione di centrodestra. Tra domenica sera e ieri mattina, Matteo Salvini aveva provato a convincere Silvio Berlusconi della necessità di compiere un passo indietro per favorire la nascita di un governo politico con il M5S. Il Cavaliere però, ha rifiutato seccamente questa possibilità, aprendo invece ad un possibile governo di tregua. Il leader del Carroccio non ha apprezzato questo mossa del numero uno di FI e, nel caso in cui i forzisti dovessero davvero appoggiare un esecutivo del genere, sarebbe pronto a rompere la coalizione di centrodestra. Proprio in questi minuti infatti, Salvini ha ribadito come "un governo `neutrale´ per fare centinaia di nomine e assegnare centinaia di poltrone, senza aver ricevuto il consenso del popolo, sarebbe davvero una presa in giro: io dico che o si riesce a formare un governo politico o si deve andare subito al voto".
13:10 - Domenica sera e ieri mattina, nel corso dei due vertici tenutisi a Palazzo Grazioli, Matteo Salvini aveva provato a convincere Silvio Berlusconi ad accettare la proposta avanzata da Luigi Di Maio: vale a dire quella di realizzare un governo ‘politico’ tra Lega e M5S, lasciando fuori Forza Italia. Il Cavaliere dunque avrebbe dovuto appoggiare questo esecutivo da fuori, con il Carroccio che si sarebbe fatto garante dell’operazione, nominando un premier non ostile all’ex leader del centrodestra, con tre ministri di area forzista. Alla fine però, la posizione di Berlusconi è stata assolutamente irremovibile, con il leader di Forza Italia che non ha accettato di fare quel passo di lato più volte richiesto da Di Maio e dallo stesso Salvini. Il numero uno di FI ha vissuto questa richiesta avanzata dal M5S come un mancato riconoscimento del ruolo politico di Forza Italia che nelle ultime elezioni – pur vivendo un calo di consensi – ha comunque ottenuto milioni di voti. Ecco, il ragionamento che si fa tra le file forziste è che quei voti meritavano e continuano a meritare rispetto, anche perché senza di essi neanche la Lega avrebbe ottenuto certi risultati nei collegi uninominali. Nonostante le ragioni esposte da Berlusconi, Salvini sembra essere ancora infuriato per lo stop imposto dal Cavaliere alla trattativa con i 5 Stelle, tanto da minacciare di rompere la coalizione di centrodestra qualora Forza Italia decidesse di appoggiare il governo neutrale proposto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Uno scenario che al momento non si può ancora escludere del tutto: i prossimi giorni infatti, potrebbero riservarci molte sorprese.
12:45 - Sergio Mattarella ha fatto di tutto per consegnare al Paese un governo nel pieno delle sue funzioni, ma per ora ha dovuto arrendersi ai veti incrociati posti dai partiti politici. A questo punto, l’unica speranza del Capo dello Stato sembra essere riposta nella riapertura del ‘forno’ tra M5S e Lega. Luigi Di Maio, intervenuto ai microfoni di Rtl 102.5, ha parlato del suo rapporto con Matteo Salvini: ‘Riprendendo un termine utilizzato su Facebook, la definirei una relazione complicata. Si tratta di un rapporto che sulla carta aveva enormi potenzialità, ma se non è libero non può portare da nessuna parte. Se non toglie i voti dal freezer...’. Dunque ancora una volta il leader del M5S ha recapitato un messaggio al numero uno del Carroccio, invitandolo in via indiretta a mettere a disposizione i voti della Lega – staccandosi da Berlusconi – formando un governo con i grillini. Tra le righe inoltre, si può leggere un’altra frecciata nei confronti di Salvini: quando Di Maio parla di ‘rapporto non libero’, sembra riferirsi ai possibili legami tra Lega e Forza Italia – denunciati dallo stesso capo dei grillini nei giorni scorsi – che impedirebbero a Salvini di mollare Berlusconi.
12:20 - Entro due giorni il Capo dello Stato dovrà convocare al Quirinale il candidato premier che avrà il compito di guidare il cosiddetto governo neutrale. I tempi delle decisioni del Capo dello Stato dovranno essere necessariamente ridotti per consentire al governo di insediarsi in tempi brevi. Stando alle dichiarazioni pubbliche dei partiti infatti, il governo di responsabilità nazionale proposto da Sergio Mattarella per uscire dallo stallo non dovrebbe avere i numeri per poter governare: allo stato attuale infatti le due forze uscite vincitrici dalle elezioni del 6 maggio – vale a dire Lega e M5S – non ha dichiarato la loro contrarierà ad un governo del Presidente. Solo il Partito Democratico ha dato la disponibilità a seguire le indicazioni del Capo dello Stato, dicendosi pronto a votare la fiducia al nuovo esecutivo: troppo poco per garantirne la maggioranza. A questo punto dunque, sarà fondamentale accelerare i tempi per consentire al Paese di tornare al voto al più presto possibile, con tutti i rischi che una soluzione del genere potrebbe determinare.
12:05 - In queste ore Sergio Mattarella sarebbe al lavoro per individuare la figura che dovrà guidare il cosiddetto ‘governo di servizio’, un esecutivo che nella mente del Capo dello Stato dovrà essere piuttosto agile, con una squadra di dodici ministri. Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de Il Corriere della Sera, tra i possibili nomi candidati ad assumere il ruolo di Presidente del Consiglio di un eventuale governo di tregua, c’è quello di Elisabetta Belloni, segretario generale della Farnesina, con una lunghissima esperienza alle spalle. Figura che non dovrebbe essere sgradita al mondo dei 5 Stelle. Altro profilo che potrebbe occupare la casella di premier è quello di Carlo Cottarelli, che al momento si occupa di dirigere l’Osservatorio sui conti pubblici e che nel 2013 approdò nell’area di governo di Enrico Letta come commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, salvo poi farsi da parte dopo l’arrivo di Matteo Renzi: Un’altra carta che Mattarella potrebbe giocarsi è quella della giudice costituzionale Marta Cartabia, attuale numero 2 della Corte Costituzione, con la prospettiva di arrivare ai vertici della Consulta: sarebbe molto apprezzata dal Capo dello Stato che l’avrebbe incontrata recentemente. Nella rosa dei papabili alla guida di un governo che rischia anche di non partire, c’è anche il nome del giudice Alessandro Pajni, così come scala posizione l’economista Lucrezia Reichlin, oltre all’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini.
11:45 - Secondo le ultime ricostruzioni, Sergio Mattarella sarebbe piuttosto risentito di fronte al comportamento, ritenuto irresponsabile, delle forze politiche. I partiti infatti non hanno lasciato scelta al Presidente della Repubblica che adesso, vuole fare in modo di non lasciarne a loro. Mattarella infatti, come elencato ieri nel corso della dichiarazione rilasciate al termine del terzo giro di consultazioni, ha fatto di tutto per provare a dare un governo politico al Paese, esplorando tutte le possibili combinazioni per la nascita di un esecutivo. Nella giornata di ieri inoltre, il Capo dello Stato ha aspettato fino alle 18:00 che al Quirinale arrivasse un ‘postino’ con la notizia di un accordo maturato tra le forze politiche. Buona notizia che non è mai arrivata, causando la forte delusione del Presidente, costretto a abbandonare l’idea di dare al Paese un governo nel pieno dei suoi poteri. Ciò che però preoccupa principalmente Mattarella in questo momento, è l’idea del prefigurarsi dello scenario peggiore per il Paese e per gli italiani: vale a dire quello di un governo che non ottenga la fiducia del Parlamento, traghettandolo a nuove elezioni che potrebbero tenersi a luglio. Una novità assoluta nella storia della Repubblica italiana che ha sempre preferito evitare il voto in estate, a causa di un forte rischio di astensionismo. Ora però, questo scenario si sta iniziano a prefigurare, generando la forte preoccupazione del Capo dello Stato.
11:25 - Secondo quanto riportato dall’edizione odierna de La Repubblica, tra oggi e giovedì è attesa la convocazione al Quirinale da parte di Sergio Mattarella dell’uomo o, più probabilmente, della donna, destinata a ricevere l’incarico. La rosa dei ministri sembra essere a buon punto, con il Capo dello Stato che si starebbe occupando di mettere a punto gli ultimi tasselli prima di rendere il tutto ufficiale. Anche la macchina per il giuramento nel Salone delle feste è già stata messa in moto, ma restano da superare lo scetticismo e gli sgambetti delle forze politiche, con la Lega di Matteo Salvini ad essere contraria ad una soluzione di questo tipo. Al momento dunque il Capo dello Stato ha davanti a sé due opzioni:
- Mattarella chiede di dare il disco verde a questo governo di servizio – come lo ha definito nella giornata di ieri – con un obiettivo ben preciso: l’approvazione della manovra per evitare l’aumento dell’Iva, scongiurando un aumento di prezzi tale da provocare un taglio dei consumi e, a ruota, crisi nella produzione e licenziamenti.
- Se però i partiti dovessero negare la fiducia a questo governo, non resterebbe che percorrere l’altra strada, quella del voto subito a luglio, oppure in autunno.
11:05 - La situazione politica sembra essere piuttosto complicata, con il Capo dello Stato che ha individuato 4 possibili scenari, due in caso di fiducia nei confronti del nuovo esecutivo e due in caso di sfiducia. Eccoli nel dettaglio:
- Il primo scenario è quello di un governo di tregua che riceve la fiducia del Parlamento e arriva fino a dicembre, approvando la legge finanziaria, salvo poi dimettersi e lasciare spazio a nuove elezioni a inizio 2019
- Il secondo scenario vede il governo di tregua che ottiene la fiducia del Parlamento, ma – nel caso in cui tra i partiti dovesse maturare un accordo politico – si dimette e lascia spazio al nuovo esecutivo, con la legislatura che potrebbe proseguire.
- Il terzo scenario vede un governo di tregua che non ottiene la fiducia da parte del Parlamento: a quel punto dovrebbe traghettare il Paese a nuove elezioni a luglio, con il rischio di compromettere il pieno esercizio del voto a causa dell’elevato astensionismo.
- Il quarto e ultimo scenario è quello di nuove elezioni a ottobre, con il rischio di non riuscire ad approvare in tempo la legge di bilancio, dovendo ricorrere all’esercizio provvisorio.
Il terzo giro di consultazioni condotto da Sergio Mattarella si è concluso con l'ennesimo fallimento. Nonostante gli appelli alla responsabilità fatti nei confronti dei partiti, il Presidente della Repubblica ha dovuto constatare l'impossibilità di riuscire a formare un nuovo governo. I partiti politici infatti hanno ribadito ancora una volta le loro posizioni: il Movimento 5 Stelle di Luigi Di Maio, dopo aver registrato il no di Matteo Salvini ad un'alleanza che riguardasse solamente grillini e leghisti, ha sottolineando la volontà dei 5 Stelle di andare ad elezioni anticipate. Lo stesso discorso vale per il leader della Lega che ha posto due alternative al Capo dello Stato: incarico affidato al centrodestra che cerca i numeri in Parlamento o, in alternativa, ritorno alle urne il più presto possibile.L'unica forza che si è detto disponibile ad appoggiare un governo di tregua è stato il Partito Democratico, ma con il solo appoggio dei Dem e, in aggiunta, di Liberi e Uguali, i numeri per far partire un esecutivo di responsabilità non ci sono. In questo scenario dunque, il ritorno alle urne sembra essere un'ipotesi assolutamente concreta.
Segui su Blasting News il Live della giornata politica, con Sergio Mattarella che dovrebbe conferire l'incarico per il nuovo governo.