Sergio Mattarella non ci sta a recitare la parte dello spettatore, ed entra a gamba tesa sulla questione relativa alla formazione del nuovo governo. A Dogliani, in occasione delle celebrazioni per i 70 anni dall'insediamento al Quirinale di Luigi Einaudi, secondo Presidente della Repubblica eletto dal Parlamento nel maggio del 1948, l'attuale Capo dello Stato ha fatto riferimento proprio a questa figura di spicco della Politica italiana per ribadire le prerogative della prima carica del Paese.

Mattarella, infatti, ricordando che non ha alcuna intenzione di fare da "notaio", ha lasciato intendere che non accetterà passivamente i dettami di grillini e leghisti, restando inerme nel dover sottoscrivere eventuali decisioni prese dai leader dei due partiti.

L'antieuropeismo è la causa dello scontro?

C'erano già state alcune avvisaglie di uno scontro istituzionale piuttosto acceso, quando il Presidente Mattarella aveva ricordato quanto potesse essere sbagliato soffiare sull'antieuropeismo proponendo formule ottocentesche. Il riferimento più o meno chiaro era indirizzato al leader del Carroccio, che spingeva per la riformulazione dei trattati con l'UE, e alla compagine pentastellata che paventata il referendum sull'euro.

Mattarella, riferendosi a Einaudi, ha ricordato che il Presidente della Repubblica può anche non tenere conto delle indicazioni dei maggiori schieramenti, esattamente come successe con la Democrazia Cristiana in passato. Sarebbe inutile, di conseguenza, provare a forzare la mano e trovare un accordo per scavalcare una linea europea che il Capo dello Stato non sembra intenzionato a mettere minimamente in discussione, atteggiamento che potrebbe spingerlo a mettersi di traverso.

La proposta del Colle su un Premier "neutrale", dunque, potrebbe tornare alla ribalta, a meno che Salvini e Di Maio non facciano un passo indietro, dimostrando di seguire le direttive del Quirinale.

Accordo vicino?

Salvini e Di Maio, intanto, stanno portando avanti le trattative per provare a dare il via ad un nuovo esecutivo giallo-verde, senza fare nomi né previsioni sul Premier, e stilando un vero e proprio contratto su cui sembrerebbe esserci la massima sintonia.

Addirittura sarebbe spuntato, stando alle indiscrezioni fornite dalle agenzie stampa, un dossier sull'Ilva. I punti programmatici sarebbero in fase di definizione, con la trattativa che sarebbe a buon punto.

Matteo Salvini ha ribadito che se la condivisione arriverà all'80% dei temi sul tavolo, il governo potrà finalmente partire.

I due cavalli di battaglia dei rispettivi schieramenti sono il reddito di cittadinanza proposto dal M5S e la flat tax messa a punto dalla coalizione di centrodestra. Anche su questi argomenti, Mattarella ha lanciato una frecciata, rammentando ancora una volta Einaudi, e sostenendo che, nella storia della Repubblica, il presidente si è anche rifiutato di firmare provvedimenti carenti della copertura finanziaria, fattore costituzionalmente necessario per l'approvazione definitiva di una nuova norma.

La tegola di un Presidente della Repubblica che appare determinato a giocare un ruolo da protagonista, dunque, rischia di cadere sulla testa della coppia Salvini-Di Maio, proprio quando le divergenze sembrano essersi assottigliate e la soluzione politica appare più vicina.

Berlusconi riabilitato

Nel frattempo, è giunta una notizia importante che riguarda l'ex Cavaliere. Silvio Berlusconi, infatti, è stato riabilitato completamente dal Tribunale di Sorveglianza di Milano. Dopo la vicenda relativa all'affidamento ai servizi sociali in seguito alla condanna definitiva per frode fiscale, l'imprenditore milanese aveva chiesto la sospensione del provvedimento che proprio in queste ore gli è stata riconosciuta, rendendolo di nuovo candidabile.

Forza Italia esulta, e molti osservatori precisano che, se un senatore azzurro dovesse dimettersi, per Berlusconi potrebbero addirittura riaprirsi le porte del Parlamento. Per Salvini, tuttavia, la notizia non cambia assolutamente nulla nello scenario generale.

Tuttavia, la posizione di astensione "benevola" annunciata dai forzisti non è così chiara, e la riabilitazione dell'ex Cavaliere potrebbe spingerlo a tentare la scalata del centrodestra, tornando ad essere il capo della coalizione.