Giovanni Tria è il preside della facoltà di economia dell'università Tor Vergata di Roma. Dopo aver rifiutato il nome di Paolo Savona, Mattarella ha accettato di consegnare l'incarico di ministro dell'Economia a Giovanni Tria. Quale sarà il pensiero del nuovo ministro riguardo la questione che ha fatto tanto parlare di Savona?

L'impegno accademico di Tria

Il nuovo ministro dell'Economia si è laureato in Giurisprudenza nel 1971 all'Università La Sapienza di Roma. Tria ha alle spalle più di 30 anni di esperienza nel mondo accademico. Il neo ministro, oltre ad essere un docente della facoltà a Tor Vergata, è anche presidente della Scuola Nazionale dell'Amministrazione e direttore del Master in economia dello sviluppo e Cooperazione Internazionale, sempre a Tor Vergata.

Il neo ministro non è totalmente in disaccordo con Savona

Durante gli ultimi giorni abbiamo assistito al rifiuto di Mattarella riguardo a Paolo Savona come ministro dell'Economia, a causa sopratutto del suo pensiero anti-euro. Tria, però, non è completamente in disaccordo con il pensiero di Savona. Il nuovo ministro, in un intervento dello scorso anno sul Sole 24 ore, affermava che non ha ragione chi invoca l'uscita dall'euro senza un vero e proprio motivo, perché significherebbe pagarne tutti i costi senza trarre benefici. Allo stesso tempo, però, secondo il suo pensiero l'euro non deve essere visto come "irreversibile". Bisogna trovare, secondo Tria, un buon compromesso che permetta di ricavare i maggiori benefici possibili.

Nonostante sia critico verso le regole dell'Unione Europea, il ministro vede attualmente l'uscita dall'euro come un danno per il paese.

Sì alla flat tax, No al reddito di cittadinanza

Durante un intervento del 14 maggio, Tria ha commentato il contratto di M5S e Lega, affermando che sarebbe più propenso a favorire la flat tax piuttosto che il reddito di cittadinanza.

Secondo il nuovo ministro, infatti, la proposta dei 5 Stelle andrebbe a rafforzare l'indennità di disoccupazione e rischierebbe di essere estesa anche a chi è in cerca di impiego. La flat tax, invece, ridurrebbe la pressione fiscale e porrebbe le basi per una politica di crescita. Questo obiettivo, secondo il neo ministro, deve essere visto non tanto come un modo per aumentare il reddito spendibile, ma come un metodo per aumentare gli investimenti.

A detta di Tria, in Italia finora ha prevalso lo schema progressista, al di là di proposte di destra o di sinistra. Questo, secondo lui, ha portato all'espandersi di spesa e pressione fiscale del paese.