Questa domenica 24 giugno si tengono i ballottaggi delle Elezioni amministrative in diverse città italiane, un test importante non solo per le forze di Governo (Lega in particolare) ma anche per quelle di opposizione, come il Pd che è impegnato a "difendere" diverse città finora amministrate dai dem dal possibile successo del centrodestra.

Ma subito dopo il ballottaggio, il PD ha alle porte anche un altro passaggio importante riguardo alla propria vita Politica interna, ovvero quello dell'assemblea nazionale che dovrebbe definire anche i tempi del prossimo congresso nazionale del partito.

Quasi certo il rinvio del congresso PD a dopo le elezioni Europee del 2019

Ricordiamo che il PD aveva già riunito la propria assemblea nazionale lo scorso 19 maggio, la quale si era conclusa sostanzialmente con un nulla di fatto riguardo alle decisioni sul futuro, salvo la conferma di Maurizio Martina come segretario reggente. Era stato concordato però che l'assise nazionale del partito si sarebbe riconvocata per la prima metà di luglio, per decidere poi appunto le varie tappe future. Ma da maggio a oggi il quadro politico nel frattempo si è evoluto e "stabilizzato": è ufficialmente nato il Governo Lega-M5S guidato da Conte e pare proprio che nessuno abbia in mente di tornare a elezioni politiche entro il prossimo anno.

Anzi, è sempre più diffusa l'idea che entrambi i partiti di Governo vogliano cimentarsi con le Elezioni Europee della primavera 2019, per "capitalizzare" i risultati del primo anno di Governo. Una convinzione, quella sui tempi delle prossime scadenze elettorali, che influenza anche le decisioni dentro al PD.

PD avanti con Martina segretario, mentre si pensa al segretario e alla linea politica del futuro

E così non essendoci più alcuna "fretta elettorale" pare proprio che il PD intenda rimandare il congresso nazionale a dopo le elezioni europee: sostanzialmente all'autunno 2019. Nel frattempo, anche dopo l'imminente assemblea nazionale di luglio (come data si parla di sabato 7 ma al momento manca l'ufficialità e potrebbe anche slittare al 14), dovrebbe essere confermato come segretario a tutti gli effetti l'ex ministro Maurizio Martina e dovrebbe essere stabilito appunto che non inizia alcuna fase congressuale, la quale è appunto rimandata di 12 mesi esatti.

Ma anche se manca oltre un anno alla "conta", nel frattempo dentro al PD continuano i movimenti fra i leader, con Paolo Gentiloni (il quale potrebbe essere il candidato ideale di "mediazione" fra tutte le componenti) che al momento si sarebbe detto indisponibile a correre per la segreteria. I "renziani doc" per adesso non hanno trovato un eventuale candidato alla leadership, dopo che Graziano Delrio ha declinato tale possibilità e quindi stanno valutando altri nomi, anche anagraficamente più giovani. E le "minoranze", che come ricordiamo all'ultimo congresso del 2017 corsero divise fra le mozioni di Andrea Orlando e di Michele Emiliano, che dovranno valutare quale tipo di battaglia interna portare avanti al prossimo congresso e magari quali rapporti coltivare con quei partiti che si trovano a sinistra del PD, area nella quale in diversi sognano la possibile costruzione di un nuovo progetto progressista "de-renzizzato".

Il tutto peraltro va inserito in un quadro in cui il PD, passato all'opposizione dopo cinque anni di Governo, dovrà necessariamente ridefinire anche la propria linea politica tattica e strategica, sia su che tipo di opposizione fare al Governo Lega-M5S, sia su che tipo di rapporti avere con le altre opposizioni, da Forza Italia ai centristi, fino alle formazioni di sinistra.