Se non rimanesse solo una nostalgica riflessione disinteressata, sorta in occasione della partecipazione alle manifestazioni in Veneto il 2 giugno, il neo-ministro dell’Interno, Matteo Salvini, sarebbe propenso a reintrodurre il servizio militare obbligatorio, così come già manifestato nel disegno di legge presentato nel corso della scorsa legislatura, da parte della Lega. L’idea, allora, era quella di ridurre la leva a 8 mesi, anziché i tradizionali 12, e l’obiettivo “rinsaldare il valore della solidarietà”. Tra le innovazioni proposte, si poteva leggere anche la possibilità che il servizio venisse completato nella propria Regione di appartenenza, senza dover chiedere trasferimenti.

La proposta, allora, non era piaciuta in sede parlamentare e la sua realizzazione era miseramente fallita. Ma l’occasione di riproporla, il vice premier Matteo Salvini, l’ha colta appena dopo la formazione del Governo Conte, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se fosse favorevole ad incrementare il servizio civile.

Salvini favorevole all’obbligo militare

L’obbligo di leva è stato eliminato in Italia con una legge del 2004 e con esso sono decaduti tutti i doveri che regolavano i 12 mesi di naja, a cui hanno assolto per ultimi i nati del 1985. Ciononostante, Matteo Salvini si è detto “personalmente favorevole alla reintroduzione del servizio militare, non solo al mantenimento del servizio civile”, precisando però che la sua è solo un’opinione personale, giacché nel programma di Governo non è al momento previsto alcun ripristino dell’obbligo per il servizio militare e che anzi sarà molto difficile restituire l’obbligatorietà della leva, almeno per questa legislatura.

Tuttavia, dal momento che la Lega è entrata a far parte del Governo, questa proposta potrebbe avere un seguito.

Il servizio militare potrebbe essere reintrodotto

La leva militare obbligatoria è nata contestualmente al Regno d'Italia, nel 1861. Nell’articolo 52 della Costituzione si legge: "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino.

Il servizio militare è obbligatorio nei limiti e modi stabiliti dalla legge”. Inoltre “il suo adempimento non pregiudica l’attività lavorativa né l'esercizio dei diritti politici". Oggi, invece, stando alla legge 226 del 2004, la leva è obbligatoria solo nel caso in cui si aspiri ad una posizione lavorativa che preveda la divisa.

Bisognerebbe innanzitutto fare una distinzione tra la leva obbligatoria e la chiamata vera e propria al servizio militare. Se la prima consiste nell’obbligo, a cui ogni Comune italiano è sottoposto, di iscrivere nelle proprie liste tutti i ragazzi al compimento dei 17 anni di età, la chiamata alle armi è invece decaduta nel 2004. Le liste di leva vengono aggiornate annualmente, ogni 1° gennaio. Ma la chiamata al servizio militare rimane sospesa, non eliminata definitivamente. Ciò deporrebbe a favore di un suo eventuale ripristino, qualora il Governo lo ritenesse utile e se il disegno venisse condiviso da tutte le compagini.