Duro colpo per il governo conservatore britannico di Theresa May che nelle ultime ore ha visto il susseguirsi delle dimissioni di due dei più importanti ministri britannici: David Davis e Boris Johnson.

Le dimissioni dei ministri

Prima il ministro per la Brexit, David Davis, che stanotte ha annunciato le sue dimissioni poiché pensa che il governo May sia stato troppo concessivo nei confronti dell'Unione Europea. Non condividendo più la linea del governo britannico nei confronti della Brexit gli era diventato impossibile portare avanti i negoziati.

Ha affermato, infatti, che ci sia stata un'eccessiva arrendevolezza del governo nei confronti della permanenza nell'Unione doganale dell'Unione Europea. Davis era infatti colui che riusciva a sostenere una posizione intransigente nei confronti dell'UE e a mantenere costante la maggioranza conservatrice in Parlamento. Al posto di Davis arriverà Dominic Raab che finora ha ricoperto la carica di viceministro della Giustizia. Quelle di Davis, sono poi state immediatamente seguite dal sottosegretario Steve Baker. Dopo poco, anche il Ministro degli Esteri, Boris Johnson, ha dato le dimissioni.

Questo pomeriggio, la May, ha accettato le dimissioni di Johnson e ha annunciato che a breve sarà comunicato il nome del suo sostituto.

Congeda, infine, il Ministro ringraziandolo per il suo lavoro.

Proprio venerdì la Premier sembrava che fosse riuscita a convincere i Ministri e a far sottoscrivere un compromesso soft sulla Brexit. Il compromesso in questione , il piano di Chequers, prevedeva che ci fossero regole comuni su diversi beni, in particolare prodotti agricoli e alimenti.

Inizialmente sembrava che, seppur fragile, il governo fosse riuscito a stringere un accordo. Ma evidentemente i Ministri, ripensandoci, non hanno potuto accettare la linea Politica con cui si sta portando avanti la Brexit e hanno deciso di dimettersi.

Ora il Primo Ministro rischia la sfiducia e il governo continua ad essere in bilico

L'editor politico della BBC, Laura Kuenssberg, ha dichiarato che le dimissionu di Johnson creeranno una situazione difficile ed imbarazzante per il Primo Ministro che potrebbe trasformarsi in una crisi in piena regola. Ha inoltre affermato che egli non fosse un semplice ministro del gabinetto ma che fosse il "volto" della campagna 'Leave' durante il referendum del 2016 e la sua dipartita alimenterà molte speculazioni riguardo un cambiamento nella leadership del paese.