Il deputato Andrea Mura ha rassegnato le sue dimissioni dal Parlamento italiano: nei giorni scorsi era esploso il suo caso, dopo essere stato messo “sotto accusa” per aver fatto registrare un altissimo tasso di assenza dai lavori della Camera. In pratica, secondo quando riportato dall'Ansa, aveva saltato 289 votazioni su 296.

Le dimissioni presentate con una lettera al presidente della Camera Roberto Fico

Dopo essere stato espulso dal gruppo del Movimento 5 Stelle, Andrea Mura aveva chiesto di poter entrare a far parte del gruppo misto ma le polemiche nei suoi confronti non erano diminuite, anche perché con le sue prime reazioni alle accuse di assenteismo non aveva gettato acqua sul fuoco: “Faccio Politica in barca”, aveva dichiarato, aggiungendo che “l’attività politica non si svolge solo in Parlamento”.

Poche ore fa, Andre Mura ha inviato una lettera a Roberto Fico, presidente della Camera dei Deputati, per annunciare il suo ritorno alla vita da cittadino e velista, ma lo ha fatto puntando il dito e definendosi oggetto di una sorta di linciaggio mediatico: “Sono stato assente solo in sette occasioni e tutte per malattia o impegni sul territorio”.

“Ho subito accuse ignominiose – prosegue Mura – basate su fatti privi di fondamento e su frasi che non ho mai pronunciato, ma nessuno ha voluto verificare. Ho subito danni enormi, ora dovrò difendere la mia reputazione. Sono stato persino espulso dal gruppo M5S senza neppure essere stato convocato e senza potermi difendere”.

Mura conclude con la promessa di tornare a combattere in difesa dell’ambiente e del mare, ma fuori dalle aule parlamentari, perché “non ha senso restare in carica senza poter incidere e senza poter portare avanti il progetto per il quale i cittadini mi hanno votato ed eletto”.

Il Movimento 5 Stelle valuta un’azione legale nei confronti di Andrea Mura

Ma adesso per Mura potrebbe aprirsi un altro capitolo: secondo quanto diffuso dall’agenzia Ansa, infatti Luigi Di Maio, nel suo ruolo di capo politico del Movimento 5 Stelle, avrebbe dato mandato ai legali di fiducia per intraprendere una causa legale nei confronti di Andrea Mura.

Il parere del ministro del Lavoro e dello sviluppo economico è che le azioni e le dichiarazioni di Mura avrebbero arrecato un danno d’immagine al partito e la causa legale sarebbe possibile in base a quanto previsto dallo statuto M5S. Una scelta che un poco spiazza se si considera che, in campagna elettorale, lo stesso Di Maio aveva fortemente voluto la candidatura di Mura alla Camera. Un idillio che si è incrinato e rotto nel giro di poche settimane.