I ‘professoroni’, termine coniato da Maria Elena Boschi nel 2014, tornano a far sentire la loro voce nell’agone politico italiano. L’associazione Libertà e Giustizia, storicamente orientata a sinistra, ha infatti pubblicato un appello sul suo sito internet nel quale condanna senza mezzi termini il decreto sicurezza da poco approvato dal Consiglio dei ministri. Il provvedimento, fortemente voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non è proprio andato giù all’associazione presieduta da Tomaso Montanari che denuncia le “molteplici aberrazioni giuridiche” contenute nel decreto, parla di frantumazione della “nozione di cittadinanza” e invita gli esponenti del M5S a ribellarsi alla ‘dittatura’ imposta dalla Lega.

Il ritorno dei professoroni di boschiana memoria

Era l’aprile del 2014, il governo Renzi si era insidiato da pochi mesi e Maria Elena Boschi ricopriva il ruolo di ministro delle Riforme. In quell’occasione proprio la Boschi, inviperita per le durissime critiche portate alle cosiddette ‘riforme renziane’ da parte di alcuni intellettuali come Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà (poi scomparso), aveva coniato il termine ‘professoroni’, utilizzato naturalmente in senso dispregiativo. Ebbene, a distanza di qualche anno, questa definizione potrebbe ancora piacere a qualcuno, soprattutto dalle parti della Lega.

Le ragioni di Libertà e Giustizia

Infatti, sono proprio alcuni noti professori e costituzionalisti, ritenuti vicini alla sinistra, i firmatari dell’appello pubblicato dall’associazione Libertà e Giustizia.

Tra questi, spiccano i nomi di Lorenza Carlassare, Sandra Bonsanti, Salvatore Settis, Gustavo Zagrebelsky, Nadia Urbinati, Francesco Pallante, Paul Ginsborg, Elisabetta Rubini e Tomaso Montanari. Quest’ultimo, come detto, presidente dell’associazione. Secondo i cosiddetti ‘professoroni’ il decreto sicurezza e immigrazione approvato il 24 settembre scorso dal governo conterrebbe nel suo schema “molteplici aberrazioni giuridiche”.

In particolare, quella riguardante la revoca della cittadinanza nel caso di commissione di reati ritenuti gravi.

Frantumata la nozione di cittadinanza

Secondo i tecnici di Libertà e Giustizia, infatti, si tratterebbe di un provvedimento destinato a colpire solo una parte dei residenti in Italia (cittadini ma non nati qui), andando a frantumare, così facendo, addirittura la “nozione di cittadinanza”.

I ‘professoroni’ ricordano che la legge deve essere sempre uguale per tutti, senza discriminazioni mentre, in questo caso, si rischia di “creare un ordinamento separato sulla base della appartenenza etnica”, dividendo i “cittadini” dai “sudditi”. Insomma, con il decreto sicurezza si esce dalla “civiltà giuridica”.

M5S suddito della Lega

Dunque, per evitare quelle che vengono descritte come delle calamità per la tenuta della democrazia italiana, Libertà e Giustizia si rivolge direttamente al M5S, alleato di governo della Lega, ritenuto al momento in “totale sudditanza”. Il Movimento viene comunque accreditato di possedere quei “valori costituzionali fondamentali” che invece mancano agli uomini di Salvini, e i suoi esponenti vengono quindi invitati a ribellarsi nel nome della difesa della democrazia e della Costituzione.