Fa ancora discutere il caso di Rocco Casalino e dell’audio rubato al portavoce pentastellato del premier Giuseppe Conte. Casalino, durante una discussione in chat con alcuni giornalisti, poi proditoriamente pubblicata, aveva auspicato una “megavendetta” del governo contro i tecnici del ministero dell’Economia se non fossero saltati fuori nella finanziaria i miliardi necessari per dare copertura al reddito di cittadinanza. A quel punto è scoppiata una feroce diatriba tra i membri dell’esecutivo giallo-verde e le opposizioni, politiche e mediatiche.

I primi difendono a spada tratta il protagonista della vicenda, in quanto avrebbe riferito solo ciò che tutti quanti pensano. I secondi hanno chiesto a gran voce le dimissioni dell’ex inquilino della casa del Grande Fratello, criticandolo aspramente. Tra questi ultimi c’è Giampaolo Pansa, noto scrittore e decano dei giornalisti italiani, il quale, in un articolo scritto per Dagospia, si scaglia con furore contro il povero Casalino, prendendo di mira, nel contempo, lo stesso governo formato da M5S e Lega.

L’invettiva di Pansa contro Rocco Casalino

Nell’articolo scritto per il blog di Roberto D’Agostino, Giampaolo Pansa parte subito in quarta contro Rocco Casalino, una persona poco nota, di cui non si conosce quasi nulla, finita suo malgrado sulle copertine di tutti i media negli ultimi giorni, ma che rappresenterebbe soltanto un “dettaglio nel bordello della Politica italiana”.

Di lui, Pansa riporta con disprezzo il fatto che ricopra il ruolo di portavoce del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, bollato a sua volta come un “deportato da Firenze a Roma” per decisione del Movimento.

Di Maio e Salvini, ‘due tizi’ che parlano al posto di Conte

Pansa ironizza sul fatto che Conte non avesse bisogno di un altro portavoce, visto che al suo posto parlano sempre “due tizi” che corrispondono ai nomi dei vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Insomma, Casalino sarebbe uno “sconosciuto” che ha avuto la fortuna di mettere piede nella “stanza dei bottoni”, il quale, a causa della sua inesperienza, avrebbe commesso la “gaffe madornale” di mettersi a minacciare i tecnici e i burocrati annidati nel Mef.

‘Casalino crede ancora di vivere nella casa del Grande Fratello’

Secondo l’anziano scrittore classe 1935, l’ex gieffino sarebbe anche un suo “dipendente”, in quanto riceve un lauto stipendio pagato dai contribuenti come lui.

E a nulla vale, prosegue la presa in giro, il fatto che piaccia tanto sia alle donne che ai “maschi”, sia “alto, bello e sempre elegante”. Peccato che, chiosa Pansa, creda ancora di “vivere nella casa del Grande Fratello”, si dia “troppe arie” e blateri troppo.

‘Conte conta come il due di picche’

L’autore di numerosi volumi sulla Resistenza italiana contro i tedeschi durante la seconda guerra mondiale, passa poi a menare fendenti contro i membri del governo cominciando dal premier Conte, definito con uno “stupido gioco di parole” uno che “conta come il due di picche”. L’azionista di maggioranza Di Maio, invece, sarebbe “roso dall’invidia” per l’alleato Salvini, per questo si sarebbe inventato il reddito di cittadinanza, destinato a “gente che non fa niente”.

Il leader della Lega, a sua volta, sarebbe stato colto da “euforia autoritaria”.

Tutta colpa degli italiani, il rimedio si chiama Mario Draghi

A questo punto Giampaolo Pansa scivola sulla buccia di banana tipica dell’intellighenzia di sinistra, permettendosi di incolpare di questa situazione la maggioranza dei cittadini italiani che, a suo modo di vedere, si sono affidati a “leader politici da poco”, infilando letteralmente la testa “nel ceppo del boia”. Lui naturalmente non fa parte di questa maggioranza di sprovveduti, anzi, per “uscire da questa palude”, auspica addirittura l’avvento di un “governo di tecnici guidati da Mario Draghi”, descritto come un “salvagente per tutti”.