Attualmente per il nostro Codice Penale masturbarsi in pubblico non è un reato. A dimostrarlo un recente caso di un albanese di 28 anni che si era toccato a Venezia davanti ad una minorenne: l'uomo è stato assolto dal giudice competente che gli ha semplicemente comminato una sanzione amministrativa, in pratica una multa. Ma questo ennesimo caso di malcostume ha fatto da miccia per una nuova polemica Politica: infatti il reato di masturbazione in pubblico sarebbe stato depenalizzato dai precedenti governi di centrosinistra a guida Pd. Di conseguenza, anche nella sua veste di ministro dell'Interno, è intervenuto sulla questione il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini.

Le dichiarazioni di Salvini

Matteo Salvini ha dichiarato che reati come la masturbazione in pubblico devono tornare ad essere tali. In effetti il decreto legislativo del 2015 che ha depenalizzato il reato di masturbazione precisa che quest'ultimo rimane tale se viene perpetrato in luoghi frequentati dai bambini, come potrebbe essere un asilo o un parco giochi. D'altra parte, se avviene in luoghi diversi è effettivamente depenalizzato. Salvini vorrebbe farlo tornare pienamente operativo. In questo modo, sostiene Salvini, si porrebbe rimedio ad una stortura del nostro ordinamento derivata, dice, da "un regalo del Pd".

I fatti scatenanti

Come riportano diversi organi di stampa, come ad esempio il quotidiano "Il Giornale", la vicenda risale a circa 4 anni fa.

In quell'occasione un ragazzo albanese di 28 anni si sarebbe masturbato davanti a una ragazzina minorenne nell'androne di un palazzo. I genitori della bambina hanno denunciato l'uomo e al processo, grazie alla depenalizzazione del reato come accennato sopra, l'uomo se l'è cavata con una multa. Se non fosse intervenuta la depenalizzazione del reato, il ragazzo albanese sarebbe potuto essere condannato ad una pena detentiva massima di tre anni e tre mesi.

Tramite Twitter il ministro dell'Interno si è subito scagliato contro il Partito Democratico, reo di aver varato il decreto di depenalizzazione, e ha preannunciato che il suo Ministero invierà immediatamente una lettera al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Sulla stessa lunghezza d'onda si è espresso un altro collega di partito di Matteo Salvini, il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli., scagliandosi anche lui contro il Pd e la modifica al Codice Penale.

A parere di Calderoli con il decreto legislativo n° 8 del 2015 si sarebbe permesso a dei potenziali violentatori e stupratori di colpire senza subire alcuna conseguenza.

Prevedibile che con l'annunciata lettera al Guardasigilli il ministro dell'Interno e vicepremier non chiederà solo degli approfondimenti sul caso in questione ma, soprattutto, che sia avviato l'iter legale per fare in modo che il reato di masturbazione in pubblico, in qualunque luogo venga perpetrato, non sia più depenalizzato in modo che casi del genere non possano più ripetersi.