Il parlamentare romano Roberto Giachetti da ormai oltre quattro settimane ha iniziato una battaglia molto particolare per ottenere una data certa del prossimo Congresso nazionale del Pd. Il deputato 57enne è infatti giunto quest'oggi precisamente a 29 giorni di "sciopero della fame" per sensibilizzare i vertici del proprio partito a fissare ufficialmente Congresso e Primarie.

La protesta di Giachetti: sciopero della fame da quasi un mese per ottenere la data del Congresso PD

Giachetti, ormai quotidianamente comunica coi suoi follower su Facebook aggiornandoli sulla propria iniziativa di lotta non violenta, ha reso noto che ogni giorno si nutre soltanto con tre cappuccini: in quasi un mese avrebbe perso oltre 8 chili di peso, ma le analisi mediche fatte alcuni giorni fa sarebbero generalmente positive.

In solidarietà con lui anche alcuni altri esponenti locali del PD in giro per l'Italia, a turno, in queste ultime settimane, hanno effettuato analoghi digiuni.

Nel suo ultimo intervento video, ieri Giachetti ha detto: "Voglio ottenere la data del Congresso del PD, finora ci sono tanti candidati che fanno tante iniziative. Sono cose che fanno piacere, ma tutto per ora avviene in una bolla nella quale si aspetta che qualcuno fissi la vera data del Congresso. Fiducioso vado avanti in questa battaglia, sperando di ottenere dei risultati".

Come riferito nei giorni precedenti Giachetti interromperà il suo digiuno appena sarà ufficialmente indicata dagli organi competenti la data del Congresso del Partito Democratico.

Giachetti potrebbe lasciare il seggio alla Camera per restare consigliere a Roma: possibili elezioni suppletive in Toscana

Ma intanto Roberto Giachetti in questi giorni è protagonista anche di un'altra vicenda interna al PD. La Commissione di garanzia nazionale del Partito Democratico gli ha imposto di scegliere, entro il 31 dicembre, se rimanere deputato alla Camera oppure se continuare a svolgere il ruolo di consigliere comunale a Roma.

Ricordiamo infatti che l'ex radicale, nel 2016 fu candidato a Sindaco della Capitale, venendo sconfitto al ballottaggio da Virginia Raggi, e per tale motivo da allora ha anche un seggio in Campidoglio. Ma la sua ricandidatura, e rielezione a deputato, dopo le elezioni politiche del marzo 2018 lo pongono nella condizione di ricoprire contemporaneamente due cariche.

Situazione che l'organo di garanzia nazionale del PD vuole superare, in una direzione o nell'altra. E' per tale motivo che Giachetti, in un video su Facebook, ha spiegato: "A chi mi dice di scegliere tra il PD e Roma, sappia, con tutto il dispiacere del mio cuore, che io scelgo Roma". Lasciando intendere che, se messo alle strette, potrebbe lasciare il seggio alla Camera per continuare l'attività di consigliere comunale capitolino in opposizione alla Giunta Raggi.

E' opportuno ricordare che Giachetti alle elezioni del 4 marzo è stato eletto in un collegio uninominale, precisamente in quello denominato "Toscana 3" comprendente Sesto Fiorentino, il Mugello, Reggello, Castelfranco e Loro Ciuffenna, fra le province di Firenze e di Arezzo. Pertanto qualora Giachetti dovesse effettivamente dimettersi da deputato, in tale collegio si dovrebbe ricorrere ad elezioni suppletive per la scelta del nuovo deputato che rappresenterebbe la zona.