Salvini e Saviano non si mandavano messaggi a distanza da tempo, ma la Festa della Lega di Garbagnate Milanese è stata l’occasione giusta per riprendere il filo di una polemica mai chiusa: e stavolta a scagliare la prima pietra ci ha pensato il Vicepremier. Chiamando in causa a sorpresa l’intellettuale di riferimento della sinistra italiana, il ministro dell’Interno si è detto ironicamente “preoccupato” per lo scrittore napoletano, che “da giorni non spara neanche una ca**ata” all’indirizzo del governo e in particolare verso il leader del Carroccio, suo nemico dichiarato.

Davanti a una folla divertita di militanti e simpatizzanti leghisti, il numero 2 dell’esecutivo Conte ha usato l’arma della risata per attaccare il “padre” di Gomorra, tenace oppositore delle politiche gialloverdi sull’immigrazione e non solo, sostenendo di sperare che il 39enne campano “non abbia l’influenza” e quindi sia attualmente in silenzio per scelta personale.

Salvini, battuta al vetriolo su Saviano alla Festa della Lega

“Dieci giorni che non mi dà né del razzista né del fascista” la battuta lanciata per l’occasione dal capo carismatico della Lega di fronte a una nutrita platea di sostenitori, riuniti in piazza a Garbagnate Milanese per la Festa del partito fondato da Umberto Bossi e oggi proiettato verso una dimensione non più nordista ma nazionale.

Proprio Roberto Saviano, nei primi mesi di attività del Governo, si era rivolto al vicepresidente del Consiglio apostrofandolo come “pagliaccio”, “criminale” e “ministro della malavita”, con in più accuse forti su presunte responsabilità per la morte dei bimbi migranti nel Mediterraneo da addebitare allo stesso Matteo Salvini.

Salvini e Saviano, ancora polemica a distanza

Una guerra senza esclusione di colpi, quella in corso ormai da mesi tra l’autore del best seller d’inchiesta sulla camorra e il “Capitano” che dal Viminale porta avanti una Politica di contrasto agli sbarchi e all’immigrazione irregolare sgradita all’opposizione di sinistra in Parlamento, a una parte dell’opinione pubblica e a molte personalità in vista della cosiddetta “intellighenzia” progressista.

La provocazione di ieri, molto probabilmente, riaccenderà lo scontro che nell’ultimo periodo era finito in standby a causa della momentanea pausa nelle dichiarazioni di Saviano, sostenitore tra l’altro del contestato “modello Riace” di accoglienza dei migranti.