Beppe Sala dichiara di 'seguire con interesse' la proposta del Movimento 5 Stelle di tagliare gli stipendi dei parlamentari, ma secondo il sindaco di Milano è sbagliato a priori che un deputato o senatore guadagni di più rispetto ad un sindaco. Il primo cittadino lo ha scritto a chiare lettere su Facebook, definendolo un 'pensiero di inizio anno'. I pensieri in realtà sono due, perché Sala entra anche nel dibattito che sta coinvolgendo i suoi colleghi sindaci di altre città, come Leoluca Orlando a Palermo, nettamente in contrasto con il decreto sicurezza voluto dal ministro Matteo Salvini.

'Così non va', commenta.

La domanda provocatoria ai Cinque Stelle

Ma partiamo dal 'fondo' del suo post, una dichiarazione praticamente a margine di una più ampia riflessione sulla questione del decreto sicurezza che, però, letta tra le righe, meriterebbe comunque una risposta da parte dei diretti interessati. "Seguo con vero interesse la proposta di tagliare gli stipendi ai parlamentari, ma vorrei chiedere alla coppia Di Maio-Di Battista se è corretto che un parlamentare debba guadagnare di più del sindaco di Milano. Non penso lavori di più e non gestisce una complessità maggiore o si assume più rischi". A Di Maio e Di Battista, pertanto, Sala chiede un parere, specificando però di "non giocare sui rimborsi, per favore.

Se volete fare una cosa vera, fatela fino in fondo".

Le critiche al decreto sicurezza

La parte principale del post su FB è comunque dedicata al decreto sicurezza che in questi giorni è di estrema attualità, alla luce del muro contro muro tra il sindaco di Palermo e Matteo Salvini. "Sono settimane che noi sindaci abbiamo richiesto anche attraverso l'Anci di ascoltare la nostra opinione su alcuni punti critici.

Si potrebbero ampliare i casi speciali e garantire uguale tutela della protezione internazionale alle famiglie vulnerabili". Sala espone le difficoltà degli enti locali. "La Legge di Bilancio ci ha tolto risorse ed ora che ci saranno più persone per strada senza vitto ed alloggio, aumentano i casi di cui noi sindaci dobbiamo prenderci cura.

Io credo sia necessario valutare l'impatto sociale ed economico del decreto sicurezza nelle nostre città, già in difficoltà". Sulla questione c'è anche una dichiarazione del premier Giuseppe Conte che apre le porte all'Anci per un possibile incontro. "Se ci sono difficoltà applicative della legge, ben venga un confronto al quale sono disposto a partecipare insieme al ministro dell'Interno. Ma le posizioni degli amministratori locali che hanno dichiarato di non voler applicare una legge dello Stato sono inaccettabili".