“Se processano Salvini, devono processare anche me e tutto il governo”. Così questa mattina il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli ha rivendicato la responsabilità politica sua e di tutto il M5S sul caso Diciotti, per il quale il Tribunale dei ministri di Catania ha richiesto al Senato l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per sequestro di persona. Ma non è stato solo Toninelli ad aver ‘offerto il petto’ per difendere il leader della Lega, e alleato di governo, dall’assalto dei giudici. Anche Luigi Di Maio ha ribadito più volte di essere disposto a farsi processare insieme a Salvini.

E lo stesso discorso vale pure per il premier in quota pentastellata Giuseppe Conte. Nel M5S, però, dopo la richiesta del ministro dell’Interno alla Giunta per le immunità del Senato di negare l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, si apre il dibattito sulla possibilità di astenersi dal voto, evitando così qualsiasi processo politico al governo. “Non so se voteremo si o no”, ha dichiarato infatti il parlamentare Emilio Carelli.

Toninelli: ‘Se processano Salvini devono processare anche me e tutto il governo’

Sul caso Diciotti il M5S è combattuto tra la volontà di ‘seguire il cuore’ votando in modo favorevole all’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini e la necessità di non abbandonare l’alleato di governo, rivendicando coraggiosamente la paternità politica delle scelte compiute dal titolare del Viminale.

Per questo il ministro delle Infrastrutture Toninelli, responsabile della ‘chiusura dei porti’ insieme a Salvini, ospite oggi di Mattino Cinque, ha fatto sapere che, se i giudici vogliono processare qualcuno, è allora tutto il governo gialloverde a dover essere messo sul banco degli imputati. Posizione ribadita dallo stesso leader del movimento, Luigi Di Maio, ieri sera nel corso di Quarta Repubblica su Rete 4.

Il ministro del Lavoro è pronto a farsi processare anche lui per sequestro di persona. E lo stesso vale, come detto, per il premier Giuseppe Conte. “Conte e Di Maio - ha dichiarato l’ex giornalista Mediaset e ora parlamentare M5S Emilio Carelli - si dovrebbero ricordare di essersi associati a questa decisione e chiedere a loro volta di essere processati”.

Stessa linea tenuta da Manlio Di Stefano. “Conte e Di Maio hanno detto chiaramente che sono dispostissimi a farsi processare insieme - ha detto il sottosegretario agli Esteri - credo che debbano essere parte del processo perché sono scelte collegiali di tutto governo”.

Emilio Carelli: ‘Non so se voteremo si o no in Giunta’

Lo stesso Carelli, ospite a sua volta di Agorà su Rai 3, ha cercato di farsi interprete di una inedita linea morbida del M5S circa lo scottante tema delle autorizzazioni a procedere contro i membri del parlamento. Finora la regola aurea pentastellata è stata quella di dire sempre sì (anche contro i suoi, come ad esempio nel caso di Paola Taverna). Ma il caso Diciotti è diverso, quello che si profila è un processo politico di alcuni giudici nei confronti dell’intero governo.

Per questo Carelli si è sentito il dovere di precisare: “Non so se voteremo sì o no, perché le cose son cambiate in queste ultime ore”. Affermazioni che spingono il solitamente ben informato quotidiano online affaritaliani.it a parlare di "orientamento verso l'astensione".