Quando mancano ormai meno di due mesi alle elezioni europee del 26 maggio vanno accelerando tutte le trattative fra i vari soggetti politici per le definizioni delle alleanze e in particolare per la formazione delle liste, dato che, come noto, il sistema proporzionale con sbarramento al 4% non permette alleanze.
E proprio questa soglia di ingresso nel futuro Europarlamento condiziona non poco la formazione delle liste. A tale proposito nel mondo del centrosinistra come scrivevamo alcuni giorni fa sono in corso delle trattative fra il Pd e altri soggetti del centrosinistra che appartengono alla famiglia del "socialismo europeo", in particolare Articolo Uno-MDP di Roberto Speranza e il PSI di Riccardo Nencini.
Secondo varie indiscrezioni le trattative starebbero andando piuttosto bene e sono alte le probabilità che alla fine l'accordo vada in porto.
Europee, il PD verso la lista con Calenda a Pisapia
La Direzione nazionale del PD di ieri ha approvato la relazione del nuovo segretario Nicola Zingaretti, che propone una "rete di alleanze" e per le elezioni europee propone il "simbolo del Pd ma anche la dicitura Siamo Europei". All'atto pratico questo significa che si lavora alla nascita di una lista unica che comprende tutti i soggetti dell'area socialista e democratica. Una prospettiva che non ha avuto alcun voto contrario, ma solo 17 astenuti provenienti dall'area che fa riferimento a Roberto Giachetti.
La dicitura "Siamo Europei" è la sostanziale conferma del fatto che fra i candidati ci sarà anche Carlo Calenda, il quale da mesi auspica la costruzione di una lista che abbia caratteristiche del genere.
Con ogni probabilità, inoltre, fra i candidati ci dovrebbe essere anche Giuliano Pisapia, il cui nome circola da tempo come possibile capolista nella circoscrizione Nord-Ovest.
Peraltro l'area che fino a fine 2017 si chiamava Campo Progressista ha ormai avuto un avvicinamento evidente al PD, se pensiamo che Massimiliano Smeriglio ha coordinato la campagna per le Primarie di Zingaretti e che due dei principali esponenti della rete "Futura", Marco Furfaro e Maria Pia Pizzolante, fanno parte della nuova Direzione Nazionale del PD.
Fra gli altri soggetti che potrebbero aderire alla lista unitaria c'è anche Demos (Democrazia Solidale), formazione i cui dirigenti principali sono Paolo Ciani, Mario Giro e il senatore Nello Formisano, la quale da alcune settimane è rappresentata alla Camera dalla deputata Michela Rostan, eletta nelle file di LeU in quota MDP.
Sarebbe vicinissimo l'accordo con MDP e con il PSI
Ma il nodo da sciogliere è dato dalla presenza formale anche di Articolo Uno-MDP e del PSI di Nencini.
Riguardo al PSI proprio ieri Zingaretti ha incontrato il segretario Riccardo Nencini e si è parlato anche delle elezioni europee. I socialisti avranno proprio questo weekend il proprio congresso nazionale che dovrebbe portare all'elezione del campano Vincenzo Maraio come successore di Nencini e confermare l'intenzione di correre in una lista unitaria coi dem.
Intanto, secondo quanto emerge da un comunicato del Pd, i socialisti "accolgono come un fatto nuovo la proposta del leader del Pd di un campo largo e riformista collegato al Pse e teso a fronteggiare le destre e i populisti nelle prossime consultazioni europee".
Riguardo ad Articolo Uno-MDP, invece vari rumors delle ultime ore dicono che la trattativa fra il PD e il movimento "demoprogressista" di Bersani e Speranza sarebbe molto ben avanzata e ci sarebbero da risolvere solo alcuni dettagli. D'altra parte i vertici stessi del PSE a livello europeo da settimane spingono per una chiusura positiva di questo accordo, in modo che in Italia ci sia una sola lista che afferisce alla "famiglia" dei socialisti e democratici.
Viceversa la presentazione autonoma di una lista autenticamente socialista (con solo MDP e PSI) contrapposta al PD rischierebbe da un lato di non raggiungere il 4% e dall'altro di sottrarre comunque voti (ed eletti) alla lista del PD, danneggiando complessivamente anche il gruppo socialista a livello europeo.
Fra i nodi ancora sul tappeto nella trattativa fra PD e MDP, oltre ad alcuni punti programmatici ritenuti risolvibili, vi è quello del simbolo: quanto spazio sarà dato all' "anima socialista" in un logo che già dovrà comprendere la scritta "Siamo Europei" oltre al simbolo tradizionale del PD? Su questo si discute ancora. Altro nodo sarebbe rappresentato dalle candidature: è pressoché escluso che MDP inserisca nella possibile lista unitaria nomi che hanno rappresentato, più di altri, delle criticità particolari al momento della scissione nel febbraio 2017.
Così come non dovrebbe candidarsi nessuno dei parlamentari attualmente in carica in Italia (quindi, fra essi, né Speranza né Bersani). E' invece plausibile che trovino spazio nelle liste gli eurodeputati uscenti di MDP, che tutto sommato a Strasburgo in questi ultimi due anni non hanno avuto particolari frizioni con il resto dei membri rimasti nel PD. E' possibile inoltre che si cerchino delle candidature nuove, provenienti dalla società civile, che in qualche modo possano rappresentare una sintesi "non divisiva" fra le varie anime della lista. Ma ovviamente il condizionale è d'obbligo. Maggiore chiarezza in tal senso, e qualsiasi ufficialità, dovrebbe arrivare nella prima settimana di aprile.